I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno portato a compimento una complessa e lunga attività anti crimine nel campo delle onoranze funebri.
GLI ARRESTI I militari hanno eseguito, nella giornata del 24 ottobre, un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari, emessa dall’ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti di Alfonso Cesarano (classe ’58), Saturno Cesarano (classe ’61), Alfonso Cesarano (classe ’57), Giulio Cesarano (classe ’61), Catello Cesarano (classe ’89) e Michele Cioffi (classe ’75). I sei sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso nel trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante dell’aver commesso il fatto per agevolare il raggiungimento delle finalità illecite del clan D’Alessandro, avvalendosi inoltre della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al sodalizio criminale. Al termine delle operazioni, Alfonso Cesarano (cl. ’58) è stato associato presso il Centro Penitenziario di Napoli – Secondigliano; gli altri indagati sono stati invece sottoposti agli arresti domiciliari presso i rispettivi domicili
LE INDAGINI Il provvedimento trae origine da una più ampia ed articolata attività di indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e portata avanti dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata, condotta dal 2013 al 2016. Sulla scorta degli elementi probatori acquisiti nel corso di quell’indagine, il 31 maggio 2016 fu emesso un avviso di conclusioni indagini preliminari nei confronti di Alfonso Cesarano (cl. ’58), indagato per concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’uomo, secondo gli inquirenti, era colui che aveva gestito e gestisce “in maniera monopolistica” il settore delle onoranze funebri nel territorio di Castellammare di Stabia, grazie soprattutto alla protezione del clan egemone dei D’Alessandro.
IL GROVIGLIO DI IMPRESE Dopo la notifica del provvedimento, Cesarano ha ceduto l’intera sua quota di partecipazione, ma dal dicembre 2013 era titolare, assieme ad Alfonso Cesarano (cl. 57), Giulio Cesarano e Saturno Cesarano, ciascuno del 25% delle quote sociali della “IMPRESA FUNEBRE CESARANO S.R.L.”. Alla luce degli accertamenti di polizia giudiziaria ed a seguito di diversi servizi di osservazione, è stata accertata la costante presenza di Alfonso Cesarano (cl. 58) alla guida e gestione dell’impresa, segno tangibile che le quote sociali erano state solo fittiziamente intestate ai suoi congiunti al fine di sottrarle ad eventuali sequestri. Approfondendo la situazione societaria della famiglia Cesarano, si è accertato inoltre che lo stesso classe ’58, nel 2013, aveva effettuato una operazione simile dimettendosi dalla carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione di un’altra società funebre, la “CESARANO NICOLA POMPE FUNEBRI COOPERATIVA“, oggi non più attiva, in favore del nipote Catello Cesarano. Le dimissioni erano l’immediata conseguenza dell’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Napoli il 7.12.2012 nei confronti della società di servizi cimiteriali “CARONTE s.a.s.”, della quale era socia accomandataria la moglie di Alfonso Cesarano (cl. ’58), nonché della decisione della commissione di gara per l’assegnazione dei servizi cimiteriali a Castellammare di non procedere all’espletamento della gara, a cui partecipava proprio la CESARANO NICOLA POMPE FUNEBRI COOPERATIVA. Successivamente, Alfonso Cesarano (cl. ’58) e Catello Cesarano avevano trasferito fittiziamente due rami d’azienda della “CESARANO NICOLA POMPE FUNEBRI COOPERATIVA” in capo ad una nuova società, la “SERVIZI FUNEBRI s.r.l.”, costituita ad arte ed intestata a Michele Cioffi, che rilevava anche il ramo d’azienda della “CARONTE s.a.s.“, continuando a svolgere i servizi cimiteriali a Castellammare di Stabia.
IL LEGAME CON IL CLAN L’attività d’indagine, corroborata dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ha consentito inoltre di contestare il legame tra Cesarano e i clan camorristici, rivelando l’ingerenza della criminalità organizzata stabiese anche nel settore dei servizi funebri attraverso il consolidamento ed il mantenimento di una gestione monopolistica, tale da impedire l’ingresso ad altre imprese concorrenti presenti sullo stesso territorio o su territori limitrofi. È emersa inoltre l’esistenza di taciti accordi tra le imprese di onoranze funebri operanti sul territorio, aventi ad oggetto la determinazione di vere e proprie “competenze territoriali”, dalle quali non era possibile sconfinare per non alterare gli equilibri imposti dall’organizzazione criminale che governano il settore.
I SEQUESTRI Nel corso dell’esecuzione della misura cautelare sono state sottoposte a sequestro preventivo le quote societarie ed i beni aziendali e strumentali delle due società operanti nel settore dei servizi funebri e cimiteriali, ovvero la “SERVIZI FUNEBRI S.R.L.” (con sede a Castellammare di Stabia) e la “IMPRESA FUNEBRE CESARANO S.R.L.” (con sedi a Scafati e Vico Equense), per un valore totale che si stima pari a 7.500.000 euro.