Il blitz Champions restituisce al Napoli la sua dimensione europea. Riparte con un successo dal sapore d’impresa la rincorsa agli ottavi di finale, obiettivo minimo – raggiunto solo una volta nella sua storia – dopo quanto dimostrato contro i campioni in carica del Liverpool. La vittoria contro i Reds non è casuale, non è solo figlia del rigore ‘furbo’ di Callejon, non nasce dai piedi di Mertens o da quelli di Llorente. Bisogna scavare per rendersi conto che la consapevolezza del Napoli è stata costruita nel tempo, senza fretta, spesso lentamente, eppure in modo costante. Senza mai fermarsi. L’inerzia del progetto nato nel 2004 ha spalancato le porte all’ennesima impresa europea.
Sono tre punti d’oro e ognuno dipende da qualcosa: il primo ringraziala mano internazionale di Ancelotti, un allenatore esperto, tra i più vincenti al mondo, ingaggiato da De Laurentiis per diffondere in questa squadra la virtù delle vittorie nelle gare secche, in quelle che valgono sempre più di ciò che racconta la classifica; il secondo arriva dal mercato, dai nuovi acquisti – tutti in campo martedì sera – e dalla bontà di operazioni che qualcuno aveva sottovalutato: Manolas – errore a parte – è una garanzia, Di Lorenzo una piacevole sorpresa, Elmas uno scugnizzo che non trema, Lozano un furetto che avrà bisogno di tempo per ambientarsi, Llorente il bello che sa anche ballare; il terzo rimanda alla crescita della società, all’impulso internazionale nato con Benitez ma presente prim’ancora con Mazzarri. Il Napoli non è nuovo a notti magiche, in Europa ha trovato la sua dimensione ma ora non è più solo un ospite a sorpresa, ma un habitué del posto. Appuntamento alla prossima serata di gala.
[fonte Foto : Tuttosport]