Nola: città di arte, cultura e dei gigli; ma per quanto ancora? In questo Giugno Nolano la città è esplosa in un vortice di musica e di colori ma, contemporaneamente, c’è un giallo che si sta scrivendo pagina dopo pagina in Villa. A Nola l’amministrazione sta davvero depauperando il bagaglio culturale della città di Giordano Bruno? Cerchiamo di fare il punto della situazione.
LA SITUAZIONE. Per preservare l’incolumità della cittadinanza nolana, il Sindaco Biancardi mesi fa aveva predisposto una perizia sul patrimonio arboreo della Villa Comunale. La perizia, effettuata dal professor Cardiello, aveva dichiarato la maggior parte degli alberi malati e bisognosi di abbattimento, tra cui il Montezuma. Di diverso avviso erano gli ambientalisti e gli attivisti del M5S che hanno cominciato una campagna di sensibilizzazione per interrompere gli abbattimenti. Nelle vacanze di Natale, nonostante fosse ancora inagibile, la Villa era stata riaperta per un evento; alcune settimane fa era stata confermata l’apertura della Villa Comunale, ancora in regime di inagibilità, per un Food Festival che doveva cominciare verso il 20 Giugno. Pochi giorni dopo un albero, risultato poi non dichiarato da Cardiello a rischio, è crollato in Villa. Cittadini, attivisti e ambientalisti hanno pagato diverse migliaia di euro per commissionare al professore Andrea Maroè una controperizia riguardo il Montezuma. Con una conferenza stampa ieri è stata presentata alla cittadinanza la perizia e sono state delineate anche alcune posizioni. Erano assenti personalità in carica in Comune, mentre risulta che il sindaco abbia questa perizia già dal 12 Giugno.
Perizia vs Controperizia. Ieri, proprio davanti la Villa, sono stati chiariti molti punti e molte situazioni:
Prima di tutto, vorremmo chiarire che siamo consci del fatto che non tutti gli alberi possono essere salvati, ma siamo altresì convinti che la maggior parte non debba essere abbattuta, ma curata. Il Montezuma è uno degli alberi più alti del mondo ed è risultato essere stabile e sicuro, così come altri alberi che lo circondano. Gli alberi formano un ecosistema e sopravvivono grazie all’aiuto reciproco, se si abbatte uno ne risente un altro, quindi bisogna andare cauti. Questa gestione “criminale” del Sindaco è stata sconfessata da tutti i dati e dal veto imposto dalla soprintendenza. Noi ci siamo sentiti dire addirittura “se volete salvare anche gli altri pagatevi le perizie pure per questi alberi”. Con questa controperizia intendiamo affermare che se Cardiello si è sbagliato sul Montezuma, può essersi sbagliato anche sugli altri e quindi c’è bisogno almeno di un ulteriore monitoraggio
Il prof. Cardiello aveva fatto vari esami ed era arrivato alla conclusione che, in rapporto vitalità-costi, il Montezuma dovesse essere abbattuto. Secondo la perizia l’albero era affetto da un fungo che ne aveva compromesso le radici principali, inoltre all’interno era risultato quasi cavo; in generale la vitalità del Montezuma per Cardiello era riconducibile al 20%. Andrea Maroè, in seguito alla sua perizia, ha ribattuto invece che l’albero è malato ma vitale (vitalità del 65%) e stabile; nella perizia è risultato inoltre che “per le foglie non è stato riscontrato alcun parassita fungino, per cui si deduce siano imbrunimenti dovuti a cause ambientali”. Il cipresso di Montezuma è un esemplare unico, tra i più alti al mondo e con circa 150 anni di vita; dagli esami densiometrici è risultato avere una densità tale da dargli ancora la forza di produrre massa legnosa, di aver sviluppato radici secondarie che gli danno stabilità e di essere troppo stabile e vitale per fisiologia da rischiare di cadere. Maroè afferma che “si deve ritenere il Cipresso di Montezuma di Nola un esemplare veramente unico e molto importante per dimensioni, età e rarità botanica nel contesto Nazionale”. Il Montezuma ha un valore di circa 2 milioni e 800mila euro ed è un’attrazione turistica unica, non a caso in una città dell’Inghilterra, presso i Kew Gardens, un esemplare più piccolo e più giovane è la principale attrazione. Il maestoso albero, tuttavia, può crollare se vengono abbattuti gli alberi attorno ad esso, l’ecosistema infatti ne risentirebbe e il Montezuma avrebbe meno sostentamento. Dagli esami gli alberi più malati sono risultati essere i lecci, contaminati dal 1994, mentre il Montezuma sarebbe affetto dal fungo da ormai 5 anni.
LA PROPOSTA. Il professore Maroè aveva proposto al sindaco di cambiare il piano di messa in sicurezza della Villa e di rifare gli esami su tutto il patrimonio arboreo, attuando un monitoraggio di 6 mesi con la collaborazione dell’Università di Udine.
“IL TIRA E MOLLA”. Il sindaco sa di questa perizia dal 12 giugno ma in questi giorni ha comunque deciso di abbattere degli alberi, partendo proprio dai lecci ritenuti i più malati. La soprintendenza ha posto due vincoli sulla Villa Comunale, il primo è temporaneo e riguarda il carattere culturale della Villa e può anche essere sconfessato. Il secondo è più importante e protegge i parchi con più di 150 anni di vita; la Villa Comunale di Nola ha questa caratteristica ed è statao dimostrato da degli studi sugli esemplari arborei presenti e, inoltre, la lapide posteriore della statua di San Felice, spostata assieme alla Villa, è datata 1793. Il parlamentare del M5S Luigi Gallo, impaurito dal fatto che il sindaco possa di nuovo muoversi in maniera arbitraria, ha mandato un’ulteriore nota alla Soprintendentenza.
IL CASO. A breve si dovrà svolgere il Food Festival in Villa e il Sindaco pare stia mettendo fretta agli addetti ai lavori per dare inizio all’evento. Nondimeno, sembra che abbia presentato una nuova proposta di messa in sicurezza della Villa con la richiesta di abbattimento per degli alberi, escludendo il Montezuma ed altri vicino ad esso. Una situazione analoga la sta vivendo il patrimonio arboreo del cimitero ma il Comune non sta richiedendo gli abbattimenti con la stessa fermezza e la stessa veemenza. Non c’è forse pericolo per i familiari dei defunti che passano sotto questi alberi? Perchè in 5 anni non si è fatto nulla ed ora in tutta fretta si richiedono abbattimenti? E’ l’imminente Food Festival che sta inducendo a riaprire in frettolosamente la Villa? Dov’è l’assessorato ai beni culturali? Un bene come questo (2,8 milioni di euro di valore) non è forse degno di valorizzazione? Alcuni citttadini hanno proprosto un incontro pubblico in piazza con il Sindaco per avere delle risposte, potrà succedere? To be continued, alla prossima puntata.
di Nello Cassese