No, Grillo non è solo un padre disperato: il suo video è scorretto

di Luisa Sbarra

Il 19 aprile 2021 Beppe Grillo, ex comico e fondatore del Movimento 5 Stelle, pubblica sul suo blog un video dal titolo “Giornalisti o giudici?”, in cui con la faccia rossa di rabbia, la voce alterata, battendo più volte i pugni sul tavolo, difende a spada tratta e proclama l’innocenza di suo figlio Ciro, accusato di stupro, insieme ad altri tre ragazzi. Dopo due anni le indagini preliminari si sono concluse e lui ed i suoi amici sono stati rinviati a giudizio. La vicenda risale alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019. I ragazzi passano la serata in Sardegna, al Billionaire, e conoscono due studentesse italo-svedesi di 19 anni. In seguito, tutti insieme si recano nell’appartamento della famiglia Grillo, dove consumano alcolici. Una delle ragazze si addormenta, mentre l’altra viene coinvolta in ripetuti rapporti sessuali. I ragazzi sostengono che era consenziente, lei che è stata stuprata ripetutamente.

Della serata in questione e dei rapporti sessuali sono stati rinvenuti sui loro cellulari numerosi video e foto che, per Grillo sono un’ulteriore dimostrazione della falsa testimonianza della studentessa e del fatto che si tratti di una goliardata, di una semplice serata tra ragazzi giovani. Grillo, inoltre, afferma che da tali immagini si evince che la ragazza era consenziente, che i ragazzi non sono degli stupratori, ma solo degli sciocchi. Per la Procura, invece, secondo quanto riportato da AdnKronos, quei video testimoniamo altro, probabilmente uno stupro di gruppo, e dagli atti emerge che la giovane studentessa “fu costretta a bere la vodka, con la testa reclinata, tirata per i capelli, violentata ripetutamente, prima in camera da letto e nel box doccia del bagno dei ragazzi. Gli altri guardavano, ma senza partecipare. Dal bagno, al soggiorno e ancora in camera da letto, costretta cinque o sei volte ad avere rapporti sessuali. Quando è stata condotta nella camera matrimoniale, la lucidità della ragazza risultava enormemente compromessa”. Per i magistrati la ragazza era stordita ed incosciente, quindi, incapace di difendersi e di essere consenziente e gli indagati hanno approfittato del suo stato di inferiorità psicologica e fisica.

Al di là della colpevolezza o meno dei ragazzi (il processo ancora non è nemmeno iniziato), quello che si biasima a Grillo è che il suo non è un mero sfogo di un padre addolorato che vuole difendere il figlio; non solo infatti accusa la ragazza denunciante di essersi inventata tutto, ma afferma che “una persona che viene stuprata la mattina, il pomeriggio va in kitesurf, dopo 8 giorni fa la denuncia. Vi è sembrato strano? E’ strano!”. Grillo avalla con queste parole la sua tesi e polemizza sul fatto che la giovane ha proseguito la sua vacanza in Sardegna per un’altra settimana e solo al suo ritorno a Milano (dopo i famosi otto giorni) ha denunciato alla stazione dei carabinieri di Moscova l’accaduto e si è fatta visitare da un medico.

Quello di Grillo è un atteggiamento molto diffuso, retaggio ancora del sistema patriarcale. Si tratta di due fenomeni ampiamente già analizzati: quello della vittimizzazione secondaria e quello del victiming blaming, ovvero il minimizzare e il ridurre di importanza quello che afferma la vittima e il ritenere che la vittima sia colpevole e responsabile dell’accaduto. Giulia Bongiorno, difensore della ragazza, crede che tutto ciò sia stato fatto per intimidirla e per farla passare da vittima ad imputata: “Grillo ha ridicolizzato i fatti; è una tipica strategia difensiva, si riduce in briciole un fatto in modo tale che sembri irrilevante”. L’avvocato ha dichiarato che porterà il video di Grillo in Procura, perché rappresenta una prova a carico e documenta la mentalità di eufemizzazione dell’evento.

Diverse persone dello spettacolo e soprattutto del mondo politico si sono scagliate contro Grillo e contro tali fenomeni, ancora radicati nella nostra società. Tale avvenimento ha suscitato spaccamenti e divisioni politiche all’interno dello stesso Movimento 5 Stelle e nel loro rapporto con il Partito Democratico e gli altri alleati. L’ex premier Giuseppe Conte, appartenente al Movimento 5 Stelle, ha dichiarato che la ragazza va protetta e tutelata, così come l’autonomia dei magistrati. Maria Elena Boschi ha chiesto alle donne dei 5 Stelle di prendere le distanze da quanto affermato da Grillo e sull’ex comico ha detto: “Grillo è l’apoteosi del ‘due pesi e due misure’. Cancella la prescrizione, perché è la garanzia che nessuno resti impunito, ma se una ragazza impiega 8 giorni a denunciare uno stupro è una bugiarda”.

In seguito, la madre del ragazzo, Parvin Tadjk, rimasta in silenzio finora, ha attestato di esser stata presente in casa, ma di non essersi accorta di niente e di non aver sentito nulla. Dopo tali avvenimenti sui social è partito l’hashtag #ilgiornodopo a sostegno delle persone stuprate che non hanno denunciato immediatamente e affinché loro stesse raccontino-testimonino quanto sia normale, quanto il processo di accettazione dello stupro sia lungo e doloroso; alcune vittime, infatti, cercano, per vergogna o per il trauma subìto, di negare con se stesse quanto accaduto e di far finta di nulla, continuando a svolgere la loro vita normale.

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