Giurisprudenza digitale, se n’è parlato a Nola lo scorso 29 novembre in un convegno organizzato dall’UIF, Unione Italiana Forense. In quell’occasione l’avvocato Francesco Franzese, Segretario Nazionale dell’UIF e presidente della Sezione di Nola, ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni, parlando di queste dinamiche digitali ma anche dei recenti casi di violenza e dell’imminente ritorno della facoltà di Giurisprudenza a Nola.
Avvocato, perchè ha deciso di organizzare a Nola un convegno sulle dinamiche digitali nel futuro di avvocati e magistrati?
L’UIF è una delle associazioni nazionali maggiormente rappresentative degli avvocati, accreditata al Congresso nazionale degli Avvocati e con più di 20 anni di attività alle spalle. Tra i suoi scopi ci sono la difesa e promozione dei diritti di libertà e legalità a tutela dei diritti dei cittadini, la tutela della funzione e della dignità dell’Avvocatura italiana e del suo alto ruolo e funzione sociale, previsti dalla Costituzione. La sezione di Nola è più giovane, essendo stata costituita solo a metà del 2016. L’UIF si occupa anche della formazione degli avvocati. Il tema della giustizia predittiva e del tribunale automatico, di cosa attende in un futuro prossimo avvocati, magistrati ma anche i cittadini, che sono poi i soggetti ai quali il servizio Giustizia è diretto, anche a seguito dei recenti annunci di progetti in animo del ministro della Giustizia, non poteva non essere affrontato, per quanto possibile, sotto tutti i profili. Abbiamo provato a mettere intorno allo stesso tavolo, per esaminarne le criticità e i possibili effetti, rappresentanze istituzionali, politiche e associative dell’Avvocatura, ma anche rappresentanti dei magistrati e della scienza proprio per vedere il fenomeno, ed è la prima volta in Italia, dal punto di vista di tutte le componenti della giurisdizione e della società civile. Ho scelto, in accordo col presidente nazionale Rampelli, Nola quale sede, perché il Foro nolano, pur essendo relativamente giovane, è di antica tradizione giuridica e, sin dalla sua nascita, ha saputo essere partecipe ai massimi livelli nazionali della vita e delle politiche della professione forense.
Giustizia predittiva e magistratura digitale, cos’è e quanto è utile?
Più che di magistratura digitale si deve parlare di un Tribunale automatico, in verità. Occorre fare una distinzione tra la digitalizzazione dei provvedimenti e di atti, peraltro già attuale, e la possibilità, invece, di una sentenza resa da un calcolo matematico e non da un essere umano, come si sta sperimentando ad esempio negli Stati Uniti ed in altri Paesi, e come si vorrebbe d’altronde introdurre anche nel nostro sistema giuridico. Il punto è che si tratta di sistemi di Common Law, ovvero basati sul precedente giurisprudenziale, a differenza del nostro sistema giuridico, di tipo continentale e che, invece, è di Civil Law, ovvero un sistema che attribuisce un ruolo di preminenza alla norma scritta e non al precedente giurisprudenziale. E questo tema riguarda tutti, non solo gli operatori del diritto. A qualcuno piace parlare, a questo proposito, di giudice-robot. La Giustizia predittiva, invece, è la possibilità di prevedere il possibile esito di un giudizio attraverso calcoli matematici, sistemi computazionali basati sull’Intelligenza Artificiale e il Machine Learning, cioè l’apprendimento automatico di computers, quindi l’analisi predittiva. Ma questa è cosa diversa; attiene a una parte dell’attività professionale dell’avvocato. In questo caso qualcuno parla di avvocato-robot. Una sentenza resa da un calcolo, a mio avviso, non è mai utile. L’essenza del giudizio sta, da una parte, nel dubbio del giudicante superato solo dal contraddittorio delle parti nel processo, dall’altra, nella funzione innovativa, creativa, di nuove tutele da parte della giurisprudenza; la decisione della lite non può prescindere da varie valutazioni che solo l’essere umano può fare e, di volta in volta, per il singolo caso concreto. Cosa, questa, che non potrà mai fare un calcolo matematico. Il rischio è una disumanizzazione della decisione. I nostri diritti non possono essere affidati ad un algoritmo. Velocizzare non sempre equivale a far bene.
Sistemi di analisi, invece, che possano aiutare avvocati e parti a verificare il possibile, ma non certo, esito di un giudizio, possono essere utili anche in qualche caso ad evitare giudizi inutili e dispendiosi in favore di già esistenti sistemi di risoluzione alternativa delle controversie, noti come ADR, purchè i dati dell’algoritmo, come è stato programmato, ed altri fattori, siano noti, aperti ed accessibili a tutti e non solo a chi ne è proprietario, perché vi sarebbe, diversamente, un alto rischio di essere governati dai grandi padroni del calcolo che potrebbero usarlo per orientarci. Insomma, c’è molto da verificare ancora e le fughe in avanti non sono utili al sistema giustizia. Ad ogni modo, ritengo che, fino a quando ci saranno relazioni tra uomini e ci saranno diritti da difendere e tutelare, ci sarà sempre bisogno di un avvocato in carne ed ossa, perchè è l’unico soggetto in grado di individuare, con la propria esperienza, soluzioni creative per il proprio cliente.
Due episodi di violenza ai danni di avvocati del Foro nolano, casi isolati o sintomi di qualcosa di più grave?
Si è trattato di episodi, purtroppo, molto gravi e vili. Come vile e grave è ogni attacco fisico e violento a qualunque operatore della Giustizia, che sia avvocato, magistrato o funzionario. La sezione di Nola dell’Unione Italiana Forense li ha immediatamente condannati in modo fermo e deciso, esprimendo la solidarietà e vicinanza dei propri associati ai colleghi vittime delle aggressioni. Purtroppo questi fatti sono il termometro di un livello di considerazione sociale della nostra professione che mai stato così in basso ed al quale forse hanno contribuito anche fatti poco chiari assurti in passato agli onori della cronaca, ma che riguardano, semmai, i singoli e non possono accomunare l’intera categoria. L’alto valore della funzione di chi assicura la difesa dei diritti, costituzionalmente garantita, deve essere tutelata. L’avvocatura unita deve adoperarsi e dare risposte ferme per ridare alla professione il proprio ruolo sociale. Per questo abbiamo sollecitato il COA a indire anche una giornata di mobilitazione e manifestazioni per promuovere la funzione sociale dell’Avvocatura. Auspichiamo che gli autori dello spregevole gesto, che sono esempi che non rappresentano la maggioranza della collettività, sia ben chiaro, siano presto assicurati alla Giustizia. Anche come monito per il futuro.
Università di Giurisprudenza a Nola a breve, cosa ci si deve aspettare e cosa dovrebbe offrire questo progetto per gli aspiranti avvocati del territorio?
Mi viene da dire: era ora che ritornasse. Senza dubbio è un vantaggio per gli studenti dell’area che, in questo modo, avranno meno difficoltà nel doversi spostare, nel migliore dei casi, a Napoli o a Salerno, con gran dispendio di tempi, energie e risorse economiche. Tempi ed energie che ben potranno essere spesi, invece, per uno studio più intenso e meno stressato. Questa è anche un’opportunità per le attività commerciali e imprenditoriali del territorio; quindi, ben venga. La condizione è, ma credo che l’intento sia comune, che vi sia sinergia tra università, amministrazione comunale e avvocati. Gli studenti ne possono trarre solo vantaggi. Nola, con la sua tradizione giuridica e i tanti giuristi di alto valore che ha espresso in secoli di storia, può diventare anche un laboratorio nazionale.