“Se qualcuno avesse voluto avvelenare Navalny, avrebbe concluso il lavoro“, aveva detto ironicamente Putin rispondendo alle accuse che vedevano i vertici russi coinvolti nell’avvelenamento del politico. E invece, in base a quello che ha riferito l’ANSA, sarebbe stata proprio la Russia ad avvelenare il leader dell’opposizione nazionale.
A fornirgli la chiave del misterioso avvelenamento sarebbe stato proprio un ufficiale dell’Fsb, cadendo in un tranello tesogli da Navalny stesso. L’agente avrebbe di fatto confessato l’operazione ordita dall’intelligence per far fuori il dissidente e avrebbe suggerito che la tossina potrebbe essere stata applicata sulle mutande dell’oppositore. Navalny ha pubblicato su internet un video in cui racconta di aver telefonato ad alcuni agenti del servizio russo erede del Kgb sospettati di essere coinvolti a diverso titolo nel suo caso. A due di questi si è presentato con una falsa identità, quella di Maxim Ustinov, ovvero un falso aiutante del segretario del Consiglio di Sicurezza Nikolai Patrushev, un fedelissimo di Putin.
Konstantin Kudryavtsev avrebbe abboccato. Pensando apparentemente di parlare con un superiore incaricato di redigere un rapporto sul caso, il presunto agente dice che se quel giorno i piloti dell’aereo su cui volava l’oppositore non avessero effettuato l’atterraggio di emergenza così velocemente e se gli operatori sanitari non fossero intervenuti tanto prontamente, il piano si sarebbe concluso. Navalny insomma sarebbe morto. Sarebbe stato questo il vero obiettivo del Cremlino: uccidere il dissidente, non intimidirlo.
In realtà, l’uomo che viene identificato come Kudryavtsev dice di non aver partecipato all’avvelenamento vero e proprio. Sarebbe stato invece mandato due volte in Siberia per eliminare le possibili tracce del veleno dagli abiti dell’oppositore. In serata, in ogni caso, l’Fsb ha però bollato la telefonata di Navalny come “un falso” e l’inchiesta come “una provocazione pianificata che non avrebbe potuto aver luogo senza il supporto organizzativo e tecnico di intelligence straniere“.