Se passate per via Piave a Soccavo, quartiere di Napoli, fermatevi nell’edicola in zona. Rimanete lì qualche minuto, sfogliate i giornali e parlate con l’edicolante. Potreste così scoprire che dietro tutte quelle riviste c’è una bella storia. Non vi potrà infatti non cadere l’occhio su due fogli A4 in bella vista: “Buongiorno, mi chiamo Roberto e sono il vostro giornalaio. Ho l’autismo, vi chiedo di essere pazienti e di darmi un po’ di tempo. Impareremo a conoscerci e questo mi aiuterà a servirvi meglio. Grazie mille“. E’ la storia emozionante di Roberto, un ragazzo autistico di 20 anni che, assieme ai genitori, gestisce l’edicola in quella via.
Roberto è “vigilato” con amore dal resto degli abitanti, fa parte di un gruppo di preghiera della parrocchia Nostra Signora di Fatima, dove suona lo shaker e dove va a messa da solo, trovando i tanti amici e conoscenti. Una scelta di vita, un progetto su misura per lui per garantirgli un futuro migliore: è questo l’intento dei genitori. Giancarlo e Titti, assieme all’altra figlia Michela, hanno a cuore il futuro, ma soprattutto il presente, del figlio Roberto. Pensano che grazie a questo lavoro lui possa essere più integrato, possa crescere assieme alla comunità e avere una vita migliore, anzi normale.
Una vita normale per un ragazzo speciale.
[Per saperne di più clicca qui per l’articolo del Mattino a cura di Gennaro Morra]
[FOTO Repubblica.it]