“L’Auditorium di Scampia è ancora occupato“. E’ l’allarme lanciato dall’Osservatorio della Legalità di Scampia, presieduto dall’ex procuratore capo di Napoli, Giovandomenico Lepore. Il teatro, intitolato al cantautore genovese Fabrizio De Andrè, inaugurato nel 2016 e situato proprio accanto alla sede dell’VIII Municipalità, è chiuso quasi da sempre a causa della presenza abusiva o autorizzata di molti rom che hanno adibito la struttura a dimora fissa.
Dopo l’incendio al campo Rom di Scampia furono molte le persone che trovarono riparo nell’auditorium appena edificato. “Siamo italiani a tutti gli effetti, molti di noi sono nati a Napoli“: dicevano a Fanpage nel 2017 alcuni di loro. Ora, tuttavia, l’emergenza sarebbe rientrata, seppur persiste una situazione problematica, così come riferito dall’associazione Chi Rom e Chi No al Corriere del Mezzogiorno alcuni mesi fa: “delle famiglie che trovarono ospitalità all’Auditorium De André ne restano soltanto due, una diecina di persone in tutto che, a differenza delle altre, non hanno ricevuto, per mancanza dei requisiti, i contribuiti all’affitto di un alloggio alternativo previsti dall’amministrazione comunale“. Contributi che invece altre famiglie hanno ricevuto, dopo la decisione del Comune partenopeo di stanziare 50mila euro per trovare nuove abitazioni ai Rom che avevano trovato casa nell’auditorium.
“Il Comune di Napoli non prende provvedimenti per sloggiare gli attuali occupanti abusivi, così decine di giovani in un quartiere ad alto rischio non possono esercitarsi in questa nobile arte del teatro né tantomeno organizzare spettacoli ed eventi vari in una zona che ne avrebbe tanto bisogno. L’unico possibile centro di aggregazione in tal modo viene sottratto alla disponibilità dei ragazzi della municipalità per l’inerzia delle autorità. L’Osservatorio per la Legalità, nei limiti dei suoi poteri, sollecita queste ultime a liberare i locali dell’auditorium restituendolo alla sua naturale funzione“: conclude l’Osservatorio.
Una situazione spinosa, quindi, da risolvere in maniera celere. Una storia di abbandono, che da una parte vede famiglie senza casa e dall’altra giovani senza possibilità di un riferimento migliore.
[Foto “Chi Rom e Chi No”]