Benjamin Netanyahu ha chiesto al segretario generale dell’ONU, António Guterres, il ritiro della missione UNIFIL dalle zone di combattimento nel sud del Libano, ricevendo però il no delle Nazioni Unite. Il primo ministro israeliano ha dichiaratamente accusato la missione di “fornire uno scudo umano ai terroristi di Hezbollah”. Israele, dopo aver attaccato pesantemente il Libano e l’organizzazione araba, ha preso di mira anche le postazioni dei caschi blu dell’Onu che hanno denunciato diversi attacchi e irruzioni nelle zone delle loro basi militari.
Il Governo israeliano ha definito “inutile” la missione Unifil di stanza in Libano, intimandogli di lasciare il Paese poichè quanto avrebbe fallito nel compito di proteggere gli israeliani: “Queste forze non hanno in alcun modo contribuito al mantenimento della stabilità e della sicurezza nella regione, non hanno garantito l’applicazione delle risoluzioni Onu e fungono da scudo a Hezbollah“. Nel frattempo, secondo quanto denunciato dall’Onu, almeno due carri armati israeliani hanno fatto irruzione domenica in una postazione dell’Unifil nel Libano meridionale mirando a 15 caschi blu.
Lo sdegno dell’Occidente ha coinvolto anche Giorgia Meloni che in Senato ha alzato la voce: “Pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti, penso che non si possa considerare accettabile, ed è la posizione che l’Italia ha assunto con determinazione a tutti livelli. Pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati sia Unifil sia nella missione bilaterale, che insieme al resto della comunità internazionale hanno contribuito per anni alla stabilità del confine tra Israele e Libano“.