Camorra: a Napoli e provincia decine di arresti, scoperto anche un latitante mentre era in auto sull’Asse Mediano

di Redazione Zerottouno News

Si è intensificata nel mese di giugno l’attività anti camorra di Carabinieri e Polizia a Napoli e in provincia. Nella giornata del 26 giugno, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare custodiale nei confronti di 16 soggetti ritenuti legati al clan Lo Russo e con l’aggravante del metodo mafioso. L’attività investigativa condotta, dal febbraio 2021 al 2022, dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli, Sezione “Catturandi”, e del Commissariato di Scampia, con l’ausilio della Squadra Mobile di Perugia e dei Commissariati di Giugliano e di Anzio, ha consentito di raccogliere elementi probatori in ordine all’esistenza, struttura e operatività dei gruppi criminali Scognamiglio e Pecorelli, entrambi articolazioni del clan Lo Russo i quali, con estrema ferocia, si sono contesi la leadership nei quartieri napoletani di Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella. La conflittualità tra le due fazioni ha suscitato enorme allarme sociale in virtù dei numerosi omicidi e alle stese, registratesi nei territori contesi in particolare nel 2021.

Contestualmente militari dell’Arma dei Carabinieri, del Nucleo Operativo della Compagnia Napoli Vomero, hanno dato esecuzione al medesimo provvedimento cautelare nei confronti di 3 soggetti ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati di associazione per delinquere di tipo mafioso e omicidio aggravato dal metodo e dall’agevolazione mafiosa. Le indagini condotte dal Nucleo Operativo Napoli Vomero a partire dall’anno 2020 hanno consentito di accertare il perdurante legame tra gli elementi di spicco del gruppo Cifrone, disarticolato da pregresse misure cautelari, e le nuove leve dei gruppi emergenti e contrapposti Scognamiglio e Catone-Pecorelli, quest’ultimo erede diretto dei Cifrone. L’attività investigativa, inoltre, ha permesso di identificare, tra i destinatari della misura cautelare, uno dei soggetti hanno che concorso nell’omicidio di stampo camorristico di Milano Salvatore, avvenuto mediante esplosione di 7 colpi d’arma da fuoco, di cui due al volto e i restanti alla nuca.

Contestualmente all’esecuzione dei suddetti provvedimenti, il G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e il Nucleo Investigativo Centrale di Roma della Polizia Penitenziaria, in collaborazione con lo S.C.I.C.O. e con la Compagnia Capodichino della Guardia di Finanza, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 20 soggetti indagati per estorsione, usura, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori ed emissione e utilizzo di false fatture, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità agevolativa ancora del clan Lo Russo. L’attività investigativa, in particolare, avrebbe permesso di accertare come un soggetto apicale del predetto sodalizio, benché recluso dal 2010 in seguito ad una condanna all’ergastolo per omicidio, abbia continuato ad impartire direttive agli affiliati per continuare a riscuotere i proventi delle attività estorsive utili allo sviluppo dell’organizzazione. Il predetto soggetto avrebbe, inoltre, gestito occultamente tre società e una ditta individuale esercenti le attività di commercio all’ingrosso di pellame, bar, lavanderia e autotrasporto, nonché un circolo ricreativo, veicolando dal carcere direttive tese al reimpiego di capitali illeciti sia nelle imprese di cui era socio occulto, sia in beni mobili e immobili intestati fittiziamente a terzi, nonché in orologi di lusso acquistati anche all’estero (Dubai) con pagamenti in criptovaluta. Infine, grazie ad una notevole disponibilità di denaro contante, avrebbe concesso prestiti a tassi usurari a imprenditori in difficoltà pretendendone la restituzione con metodo mafioso. Su queste basi, sono stati sottoposti a sequestro 8 immobili, 12 lotti di terreno, 5 complessi aziendali, 2 autovetture, 1 ciclomotore e 90 rapporti finanziari per un valore stimato di circa 8 milioni di euro.

Pochi giorni prima, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna avevano eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate del reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. In particolare, dall’attività di indagine sarebbe emersa l’esistenza di due distinte consorterie criminali, entrambe operanti nel comune di Acerra, nell’arco di tempo tra il mese di giugno 2022 ed il mese di aprile 2023.
L’illecita attività sarebbe stata posta in essere sia attraverso il rifornimento di rivenditori all’ingrosso provenienti da altre città della provincia di Napoli sia con la cessione al dettaglio in “piazze di spaccio” o con consegne a domicilio ai clienti.

E’ del 25 giugno, invece, la notizia che i Carabinieri dei Nucleo Investigativo di Napoli, collaborati in fase esecutiva da personale del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e della Compagnia Carabinieri di Napoli Stella, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di un soggetto gravemente indiziato di associazione di tipo mafioso, estorsione commessa con la finalità di agevolare l’organizzazione camorristica denominata “clan Licciardi, facente parte del sodalizio denominato “Alleanza di Secondigliano” e operante nei quartieri di Masseria Cardone, Rione Berlingieri, Rione Don Guanella e Vasto, e del reato di accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.

Infine, sempre in provincia, un latitante è stato arrestato mentre era alla guida sul’Asse Mediano. L’arresto risale allo scorso Lo scorso 7 giugno l’ufficio esecuzioni penali della procura generale di Napoli aveva emesso un ordine di carcerazione nei suoi confronti. Il provvedimento sanciva una pena di 9 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso ma lui la pensava diversamente e si era reso irreperibile. Parliamo di Davide Tucci, 45enne di Grumo Nevano ritenuto elemento contiguo al clan Aversano, operante nei comuni di Grumo Nevano, Casandrino e zone limitrofe. Dopo continui e incessanti indagini, i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Giugliano lo hanno rintracciato e arrestato. Pedinamenti, Web patrolling e analisi dei sistemi di videosorveglianza hanno permesso ai carabinieri di individuare l’uomo. Il 45enne è stato sorpreso, verso le 21, mentre viaggiava sull’asse mediano all’altezza di ponte riccio in località Varcaturo. L’auto era guidata dalla moglie del catturando e sui sedili posteriori c’erano anche i loro due figli minori. Il dispositivo dell’Arma ha “agganciato” la famiglia e il buonsenso da parte di tutti ha reso possibile che nessuno fosse messo in pericolo. Tucci non ha opposto resistenza e, arrestato, è stato trasferito nel carcere di Napoli Secondigliano.

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