Antonio Di Fazio sarebbe un violentatore seriale. E’ questo quello che gli inquirenti stanno pensando dell’imprenditore milanese di 50 anni accusato da una studentessa di 21 anni di essere stata drogata in casa con una scusa. Per la Procura le vittime potrebbero essere almeno cinque, ma i carabinieri hanno diramato diversi annunci per far sì che altre ragazze possano testimoniare. I reati contestati sono violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali aggravate. L’uomo era amministratore di una azienda farmaceutica milanese che poi ha provveduto subito a rimuoverlo dalla posizione. La studentessa ha raccontato di essere stata invitata a un incontro di lavoro tra imprenditori per uno stage e di aver perso completamente i sensi dopo aver bevuto un caffè, risvegliandosi successivamente a casa dell’uomo stordita e con addosso i vestiti indossati la sera precedente.
La perquisizione domiciliare ha poi permesso di ritrovare, nascoste in una nicchia della cucina, due confezioni dell’ansiolitico “Bromazepam” e una gallery di almeno 50 foto di ragazze stordite in casa. Le foto, conservate come trofei, hanno fatto sì che Di Fazio fosse definito dagli inquirenti “un moderno Barbablu”, rifacendosi al noto protagonista dell’omonima fiaba francese che uccideva le mogli e le nascondeva in una stanza come trofei. Di Fazio, inoltre, in casa aveva una pistola finta, un lampeggiante e un tesserino del ministero dell’Interno. Amante della bella vita e delle auto di lusso, come dimostrano le foto sui social, millantava rapporti internazionali e si era autoproclamato Alto Commissario per l’Emergenza Covid dopo aver fornito alla Regione una quantità di mascherine. Di Fazio, inoltre, aveva falsi tesserini che attestavano una sua appartenenza alla Guardia di Finanza ed ai servizi segreti. L’uomo, preoccupato dall’esito della perquisizione e dalle indagini in corso, ha tentato di crearsi un alibi e accusato la studentessa e la sua famiglia di un tentativo di estorsione ai suoi danni.