Si balla il valzer-allenatori a ritmo di Gattuso, Spalletti, Allegri e Gasperini. Ogni giorno uno spiffero, un contatto, un’idea. Ancelotti è l’allenatore del Napoli, ma quanto potrà durare? Dipenderà tutto dai calciatori, a cui è affidato il destino di un uomo solo, che non avverte più fiducia, vittima del caos, circondato da problemi che lo hanno spiazzato, di sicuro sorpreso. Il Napoli non vince in campionato dal 19 ottobre, è a 8 punti dal quarto posto che vuol dire Champions, sta attraversando una crisi che sembra irreversibile, cammina in questo tunnel buio ancora distante dalla luce. Eppure basterebbe tornare alla normalità. Il Napoli ha la forza per vincerle tutte oppure due: Udinese e Genk possono bastare. Ancelotti ne approfitterebbe per rifiatare, De Laurentiis per “festeggiare” l’accesso agli ottavi Champions (andrebbe bene anche un punticino) e i calciatori per ricordarsi cosa vuol dire onorare questo mestiere.
FIDUCIA? Ma il totoallenatore è cominciato, De Laurentiis rinnova la sua fiducia ad Ancelotti un secondo dopo aver sondato la disponibilità di altri allenatori. Fa parte dei giochi: armonia mediatica prima di ogni altra decisione. Il presidente non ha ancora deciso, realmente vuole andare avanti con Ancelotti, sa che la squadra non lo segue ma fa leva sui calciatori, mettendoli nel mirino, per evitare possano adagiarsi sull’equazione: squadra va male, allenatore esonerato. Troppo facile. In campo ci vanno loro, i giocatori, gli stessi che hanno saputo conquistare 91 punti due anni fa. Ancelotti arriva dopo, è una delle cause dei problemi ma non la principale.
NOMI Chi, eventualmente, al posto di Ancelotti? Gattuso piace, ha dato l’ok (si dovrebbe trattare sulla durata del contratto), è un’opzione concreta oltre che possibile. Perché gli altri sono al momento occupati. De Laurentiis stima Inzaghi della Lazio e Gasperini, che bloccò prima del rinnovo a Mazzarri. Ma entrambi sono impegnati e giugno è troppo lontano. Resiste sullo sfondo Spalletti, bloccato da un oneroso contratto con l’Inter. Contratto che, nel caso, andrebbe ad aggiungersi a quello di Ancelotti. Il quale non ha mai pensato alle dimissioni. Un bel dilemma per De Laurentiis. Ma con sei punti in due gare qualcosa può cambiare.