In questo inizio d’anno è d’obbligo capire lo stato di ripresa del cinema italiano, dato per moribondo negli ultimi anni. Ad esempio, a Caserta tutte le sale cinematografiche sono state fagocitate dalle multisale dei centri commerciali. In Italia negli ultimi venti anni sono scomparse duemila sale cinematografiche, intere città ed interi quartieri senza cinema. Il paradosso, poi, è a Venezia, una città dove si celebra il festival del cinema internazionale, sprovvista di sale nel centro storico. Il Covid ha ulteriormente desertificato questo luogo di incontro, di cultura e di sogno (per dirla alla Marzullo), creando non pochi problemi ai gestori che strenuamente hanno cercato di tenere aperte le piccole sale.
L’anno segnato dal post Covid, il 2022, ha registrato 43 milioni di spettatori: un risultato deludente che ha paventato per i più pessimisti il declino ormai inarrestabile del cinema. E invece il 2023 segna una netta inversione di tendenza smentendo le previsioni più pessimistiche. Il 2023 ha riportato in sala 70 milioni di spettatori in un anno. La tenacia dei gestori, supportati da un battage pubblicitario e da un’offerta di film di ottimo livello, ha fatto risalire la presenza degli spettatori in sala nonostante la comodità delle piattaforme in streaming.
Pensiamo a film come “C’è ancora domani” o “Oppenheimer”, di grande valore culturale, molto apprezzati dal pubblico. Su tutti, la Cortellesi ha avuto il merito di girare un film in bianco e nero, ben lontano dai cinepanettoni natalizi, eppure in testa a tutte le classifiche, portando di nuovi gli italiani a stringersi di fronte al grande schermo e condividere una visione del film. Un omaggio va fatto anche ad altri film di grande valore del 2023 ed ai bravi attori italiani tra cui spicca Pierfrancesco Favino nelle sue ultime interpretazioni: “L’ultima notte di Amore” di Andrea Di Stefano, presentato al Festival di Berlino del 2023. Un poliziesco centrato sull’ultima notte di servizio del poliziotto Amore. Il manuale della sceneggiatura poliziesca è rispettato in pieno: il film risulta avvincente e accattivante. Favino è spettacolare col suo accento da meridionale storpiato da anni vissuti al Nord. L’altro film di grande successo è stato “Comandante” di Eduardo De Angelis, film claustrofobico che ha fatto discutere l’Italia sul valore umano degli italiani in guerra, sempre interpretato da Favino. Continuando l’elenco ricordiamo “Cento domeniche”, un film gentile e semplice, diretto e interpretato da Antonio Albanese, una vera e propria denuncia sociale sul sistema bancario (QUI la recensione). Indimenticabile è il film storico di Marco Bellocchio, “Rapito”, presentato al festival di Cannes nel 2023, che ha riscosso un enorme successo in Italia ed è stato primo tra le classifiche di incasso per diverse settimane. Il film è una narrazione storica, lucida e poetica, del caso Mortara: un bambino di origine ebraica sottratto con la forza alla famiglia nel 1858 perchè battezzato di nascosto dalla balia. “Il Sol dell’Avvenire” di Nanni Moretti è stato un altro film che ha fatto discutere molto sia i critici sia gli spettatori. Moretti da sempre suscita una serie di polemiche che dovrebbero essere avulse dalle idiosincrasie personali, è un regista da alcuni odiato e da altri amato, senza sfumature di grigio. E così potrei continuare la lista con “La Chimera” di Alice Rohwacher, “Palazzina Laf”, esordio alla regia di Michele Riondino, un film di denuncia sociale. Palazzina LAF (laminati a freddo) è infatti il reparto delle acciaierie dell’ex Ilva di Taranto. Una storia vera di mobbing nel reparto “lager” delle acciaierie, finita con un processo e la condanna dei colletti bianchi. Un film travolgente e impegnativo, bravissimo Riondino nella sua opera prima in veste di regista.
Pericolo scampato? Non proprio! Se si pensa che prima del 2020 erano presenti nelle sale in un anno circa 100 milioni di spettatori. Tuttavia bisogna sottolineare che in molte sale si cerca di promuovere il cinema invitando registi e attori attraverso una serie di apprezzati incontri con il pubblico. Sicuramente su questa strada si muove il direttore del cinema Teatro Ricciardi di Capua che ha saputo far rivivere la sala con incontri culturali e artistici, registi famosi e attori, dando luce ad una sala di provincia e regalandogli una connotazione tipica delle grandi città.
Il valore del cinema deve essere riconosciuto da tutti per il suo ruolo culturale, sociale e aggregante. I registi italiani devono mantenere alta l’offerta cinematografica e continuare a regalarci film indimenticabili. Naturalmente, bisognerebbe ritornare ad una regolamentazione delle uscite dei film in piattaforma e concedere un giusto tempo alle proiezioni nelle sale cinematografiche. Il nostro supporto va, infine, anche al cinema Savoia, baluardo del centro della città di Nola da preservare, altrimenti per gli anziani e anche per i giovani, amanti del cinema, diventerà un problema se sprovvisti di auto e incapaci di godere degli spettacoli sul grande schermo.
BUON ANNO AL MONDO DEL CINEMA E A TUTTI VOI!