Emergenza ucraina: i 14 sindaci dell’Ambito sociale N23, di cui Nola è capofila, istituiscono la task force per dare accoglienza ed assistenza ai rifugiati e chiamano a raccolta famiglie, associazioni e volontari per tessere una vera e propria rete di solidarietà che possa fornire il massimo sostegno a chi è scappato dalla guerra nel proprio Paese. E’ per questo motivo che sono stati pubblicati ben tre avvisi per individuare le famiglie disponibili ad accogliere temporaneamente gli ucraini che arrivano nell’area nolana, per formare un elenco di volontari che mettano a disposizione le proprie conoscenze per attività di mediazione culturale e linguistica e per la realizzazione di un coordinamento di enti del terzo settore pronti a fornire servizi di sostegno alla popolazione ucraina proveniente dalle aree interessata dal conflitto.
“Durante l’ultima riunione del coordinamento istituzionale – spiega il dirigente dell’Ambito N23, Giuseppe Bonino – i primi cittadini ci hanno dato mandato di compiere ogni sforzo organizzativo per dare assistenza a chi oggi scappa dalla guerra ed ha bisogno del nostro aiuto. Da qui la decisione di creare una vera e propria unità di crisi che farà capo all’ufficio di Piano dell’Ambito N23 e che, grazie alla partecipazione di tutti gli assistenti sociali del territorio, di altri riferimenti istituzionali e delle espressioni del Terzo Settore, sarà in grado di massimizzare la risposta solidale che proviene dalla nostra area”.
“I sindaci – sottolinea Roberto Esposito, sub commissario prefettizio del Comune di Nola, capofila dell’Ambito N23 – hanno dimostrato una straordinaria carica di umanità e soprattutto la volontà di voler rispondere con efficienza alle necessità di tanti bambini, di tante mamme, di tante persone deboli e spaesate che hanno dovuto lasciare la propria casa ed i propri affetti. La creazione di una filiera organizzativa che possa favorire l’incontro tra le esigenze delle persone ed il cuore di chi offre tempo e competenza e di chi apre le porte della propria casa è sicuramente il modo migliore per non disperdere il patrimonio di generosità delle comunità del Nolano”.