Il caso dello studente trans che vuole fare cambiare il suo nome sul registro

di Luisa Sbarra

Con un video-denuncia, Andrea G., studente transessuale del liceo scientifico Cavour di Roma, ha reso noto a tutti la triste vicenda di cui è stato protagonista. Il giovane si era recato dalla preside del suo istituto per discutere della carriera alias, cioè dell’attivazione di una nuova identità, valida solo all’interno della scuola, che permette allo studente in transizione di genere di utilizzare un nome diverso da quello anagrafico. Sul registro di classe, infatti, figura ancora il nome “Anna”, con il quale il ragazzo non si identifica. La preside, però, non ha accettato la richiesta. Nel video Andrea, ripercorrendo l’accaduto, dice: “Mi ha detto che a questo sistema serve tempo per accettare che io esisto, che i trans esistono e mi ha inoltre chiesto di stare zitto. Io questo ora non lo posso fare. Sono qui proprio perché so che non sono l’unico a vivere tutto questo”.

Il ragazzo ha anche dichiarato che gli piacerebbe avere accesso ai bagni dei maschi, che è un suo diritto, invece li ha potuti usare, per la prima volta, solo durante la recente occupazione dell’edificio scolastico.“Il mio rimpianto più grande sarebbe uscire da questa scuola, dopo la maturità, senza vedere il mio nome cambiato sul registro” ha continuato. Andrea ha chiesto di essere ascoltato, che gli fosse data voce, ha chiesto aiuto,perché non sapeva come risolvere questa situazione.       Il suo appello è stato accolto dai giornalisti e dalla dottoressa del Saifip (Servizio di adeguamento tra identità fisica e identità psichica) che si è offerta di parlare con la dirigente d’istituto.

La preside, Claudia Sabatano, ha replicato, dichiarando: “Non sono né a favore né contraria all’istituzione della carriera alias. Per me sono sovrani gli organi deliberanti: il collegio dei docenti e il consiglio d’istituto, appena rieletto. Certamente non ostacolo la discussione, il mio ruolo è assicurare che tutti si esprimano democraticamente”.

La carriera alias, in realtà, è già prassi in alcune scuole del Lazio, ma non in quella del sopracitato liceo Cavour, nonostante si classifichi come uno dei più all’avanguardia e come terzo liceo scientifico della Capitale, secondo l’Eduscopio della fondazione Agnelli.

Dal Ministero non arrivano regole e linee guida unitarie, ogni scuola si autogestisce in base ai propri regolamenti d’istituto. Per quanto invece riguarda le università italiane, è possibile trovare online l’elenco di tutti gli atenei che concedono la carriera alias senza alcun problema. Le università inclusive sono 32, dove gli studenti possono identificarsi nel genere che vogliono, senza discriminazioni, ed essere liberi di esprimere la propria identità. L’Università di Torino è stata la prima, nell’anno 2003, ad introdurre la carriera alias, seguita poi dall’Università di Bologna e dalla Federico II di Napoli. A loro si sono poi aggiunti altri atenei, come quelli di Palermo, Padova, Verona, Catania, Bari, Venezia, Siena, Roma, Milano Bergamo e molti altri.

Con la richiesta della carriera alias viene permesso agli studenti universitari di attivare una procedura che permetterà e garantirà loro di ricevere la cosiddetta identità provvisoria, valida solo all’interno dell’Università, richiedibile senza dover presentare alcuna certificazione medica. Con l’attivazione della procedura, i richiedenti otterranno un nuovo libretto universitario e un nuovo account di posta elettronica.

Tale procedura, in 5 sedi universitarie italiane, è prevista, dal 2018, oltre che per gli studenti anche per gli insegnanti e in due atenei anche per il personale tecnico-amministrativo.

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