Nella giornata del 17 agosto, presso il carcere di Napoli – Secondigliano, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno dato esecuzione ad una ordinanza di Custodia Cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli – Ufficio GIP – in data 12 agosto 2021 nei confronti di Carmine Amoruso, classe ’83, Marco Amoruso, classe ’93 e Luca Garante, classe ’98. Sono tutti pregiudicati di Poggiomarino ed appartenenti ad un gruppo criminale di neo-formazione capeggiato dall’ex collaboratore di giustizia Carmine Amoruso, già appartenente al clan Giugliano capeggiato invece da Antonio Giugliano, detto o’ Sauriell. Sono accusati per i reati di ricettazione e porto e detenzione di armi da fuoco comuni e da guerra, aggravati dalla finalità mafiose di esperire un radicale controllo del territorio nell’area di Poggiomarino.
In questa orbita entra anche l’esecuzione di un omicidio, pianificato nei riguardi di Raffaele Carrillo, classe ’83, appartenente alla rivale consorteria criminale capeggiata da Rosario Giugliano ed operante, parimenti, a Poggiomarino. L’ordinanza di custodia cautelare eseguita, ratifica ed avvalora il decreto di fermo, emesso in data 30 luglio 2021 dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti dei soggetti citati, ed eseguito in pari data dai militari dell’Arma, confermando la solidità degli elementi raccolti in fase investigativa in relazione a tutti i reati contestati, non ultima l’aggravante del metodo mafioso.
Il provvedimento di fermo scaturisce da un’articolata attività d’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che aveva permesso di raccogliere plurimi elementi indiziari in ordine alla pianificazione, da parte degli Amoruso, dell’omicidio di Carrillo, responsabile, secondo gli stessi Aamoruso, di voler eseguire azioni di fuoco nei loro confronti.
Il piano omicidiario degli Amoruso è stato sventato dalla tempestiva individuazione delle fonti di prova in ordine alla raccolta delle armi ed alla rapida emissione del provvedimento di fermo che ha di fatto impedito, anticipandola, la realizzazione dell’azione di fuoco.
Per tale ultima azione, infatti, gli odierni indagati avevano già recuperato 2 fucili, posti in sequestro a seguito di perquisizione domiciliare, e 2 pistole – una semiautomatica marca Steyr cal. 40 ed un revolver marca Smith & Wesson cal. 38 special – cadute in sequestro nel corso della perquisizione eseguita dai militari presso l’abitazione degli Amoruso in sede di esecuzione del fermo.