“Ieri è successo qualcosa di assolutamente inedito nella storia politica italiana. Il Governo ha affermato un principio, in passato calpestato: le infrastrutture pubbliche sono un bene pubblico prezioso, che deve essere gestito in modo responsabile, garantendo la piena sicurezza dei cittadini e un servizio efficiente“. A dirlo è il primo ministro Giuseppe Conte a margine dell’ultimo Consiglio dei Ministri che ha dato il via all’accordo che dovrebbe portar via nella pratica la famiglia Benetton da Autostrade per l’Italia portandola ad avere solo il 12% circa delle quote.
“Non spetta al Governo accertare le responsabilità penali per il crollo del Ponte Morandi. Questo è compito della magistratura e confidiamo che presto si completino questi accertamenti in modo da rendere giustizia a tutte le vittime di questa tragedia – ha continuato – il compito del Governo è contestare le gravi violazioni contrattuali e la cattiva gestione di cui si è resa responsabile Aspi e impedire che i privati possano continuare ad avvantaggiarsi di una concessione totalmente squilibrata a loro favore sia dal punto di vista giuridico sia dal punto di vista economico“. I punti essenziali dell’accordo, se andasse completamente in porto, sarebbero:
- L’estromissione della famiglia Benetton. I Benetton hanno accettato di cedere la loro partecipazione in Aspi e quindi la gestione della infrastruttura (attraverso due percorsi societari alternativi);
- Autostrade per l’Italia (Aspi) diventa una public company e avrà un socio pubblico di riferimento e sarà aperta a nuovi investitori istituzionali;
- Risarcimento Danni di 3,4 miliardi;
- La famiglia Benetton rinuncia alla clausola di assoluto privilegio che gli attribuiva il diritto di ottenere i mancati guadagni per tutta la durata della concessione (circa 23 miliardi) pur in caso di scioglimento del contratto per gravissimo inadempimento (come nel caso del crollo del Ponte Morandi);
- Nessuno spazio a negligenza, incuria e manutenzione approssimativa.
- L’intervento dello Stato tutelerà i posti di lavoro e in una prospettiva di lungo periodo offre anzi una visione occupazionale di ampia portata;
- La famiglia Benetton ha accettato di riformulare il piano tariffario secondo le nuove indicazioni dell’autorità regolatoria (ART) e ha accettato di riportare in equilibrio economico e giuridico la convenzione che appariva totalmente squilibrata a favore di Aspi, cosa questa che è all’origine delle difficoltà di questo negoziato;
- La famiglia Benetton rinuncia e abbandona tutte le cause contro il concedente.