La Turchia potrebbe vedere la fine del conflitto civile che in patria dura da 40 anni e coinvolge Il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) e lo Stato. Il Pkk ha infatti annunciato di aver dichiarato un cessate il fuoco a partire da sabato 1° marzo e lo ha fatto proprio in seguito all’appello del leader Abdullah Öcalan che, dal carcere, ha intimato di deporre le armi sciogliendo l’ala armata curda.
Lo ha riferito Euronews che ha citato le parole del Partito: “Noi, come Pkk, siamo d’accordo con il contenuto dell’appello così com’è e dichiariamo che rispetteremo e attueremo i requisiti dell’appello dal nostro fronte. Dichiariamo un cessate il fuoco a partire da oggi. Nessuna delle nostre forze entrerà in azione armata a meno che non ci sia un attacco. Siamo pronti a convocare il congresso in un ambiente di sicurezza adeguato e Ocalan dovrebbe dirigere e condurre personalmente il congresso per il suo successo“.
Affinché l’appello di Ocalan possa essere attuato con successo, il leader dell’organizzazione deve in pratica tornare libero. La svolta, tuttavia, resta importantissima. Il Pkk dallo Stato turco è considerato un’organizzazione terroristica. In 40 anni, tra morti in seguito ad attentati dei curdi e azioni repressive dei governi, si contano circa 50mila uccisioni.