Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha approvato, in esame preliminare, un disegno di legge delega in materia di energia nucleare sostenibile. Per il ministro si potrà avere energia nucleare in Italia entro il 2030 ma le polemiche non sono tardate ad arrivare.
“Scelta antistorica e ideologica, la tecnologia nucleare resta obsoleta. Mentre il 13 dicembre scorso il Consiglio regionale del Veneto, con voto unanime, ha respinto l’ipotesi di localizzare un reattore nucleare SMR a Marghera, mentre dopo 13 anni di procedure non è ancora stato localizzato un deposito per rifiuti radioattivi, mentre cittadini e imprese sono preoccupati per le bollette, il Governo Meloni propone un DDL che, in modo antistorico e ideologico, avvia la normativa per tornare a costruire in Italia centrali nucleari a fissione. L’operazione di greenwashing con la quale si cerca di far passare come innovativa e sostenibile, solo per la dimensione degli impianti e qualche aggiustamento costruttivo, una tecnologia nucleare obsoleta che resta basata sulla fissione dell’uranio, non reggerà se sarà consentito, come non sta accadendo, un confronto tecnico competente e informato“. Così la coalizione 100% Rinnovabili Network commenta il Ddl.
Il testo è volto all’inserimento del nucleare sostenibile e da fusione nel cosiddetto “mix energetico italiano” e interviene in forma organica sotto i profili economico, sociale e ambientale, nel quadro delle politiche europee di decarbonizzazione con orizzonte temporale il 2050, coerentemente con gli obiettivi di neutralità carbonica e di sicurezza degli approvvigionamenti.
L’intervento ha lo scopo di: garantire la continuità nell’approvvigionamento energetico in presenza di un incremento costante della domanda e favorire il raggiungimento dell’indipendenza energetica; concorrere agli obiettivi di decarbonizzazione necessari a fronteggiare il cambiamento climatico; garantire la sostenibilità dei costi gravanti sugli utenti finali e la competitività del sistema industriale nazionale.
Ecco le linee di intervento principali: superamento delle esperienze nucleari precedenti; disciplina organica dell’intero ciclo di vita dell’energia nucleare; coordinamento e dialogo costante con i gestori delle reti elettriche; i promotori dei progetti nucleari devono fornire adeguate garanzie finanziarie e giuridiche per coprire i costi di costruzione, gestione e smantellamento degli impianti e per i rischi.