
Sarà il documentario, ESSERE DONNE di Cecilia Mangini, in collaborazione con la Fondazione AAMOD, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, a inaugurare, giovedì 27 febbraio alle 20:00, FEMMINILE PLURALE corpi, cuori, rivoluzioni STORIE DI RESISTENZA, la 22ª edizione del Cineforum PRIMO PIANO, dell’associazione culturale e di promozione sociale la festa dei folli (www.lafestadeifollinola.wordpress.com).
Cecilia Mangini, prima documentarista italiana, aderisce, nel 1965, a un progetto promosso dal Partito Comunista Italiano che prevedeva la realizzazione di documentari che raccontassero la vita delle lavoratrici e dei lavoratori.
La regista realizza un reportage innovativo per l’epoca, infatti, il documentario è tra le prime indagini cinematografiche sulla condizione femminile in Italia, analizzata nei suoi diversi aspetti: economici, sociali, psicologici e culturali. Un impegno sociale, politico, civile che si dispiega fotogramma dopo fotogramma. Il valore sociale di questo lavoro è testimoniato anche dal boicottaggio subìto, una sorta di occultata censura per cui ESSERE DONNE non andò in sala perché non considerato dalla commissione di controllo “film di qualità”, nonostante la critica italiana e straniera lo avesse considerato un capolavoro.
Interverranno al dibattito, dopo la proiezione, autorevoli voci del panorama culturale e istituzionale: Francesca Amirante, consigliera del Sindaco di Napoli per il Patrimonio Culturale, Gaetanina Ricciardi, responsabile delle Politiche di Genere CGIL Napoli e Campania, Grazia Tatarella, sociologa e Loredana Raia, Vice Presidente del Consiglio della Regione Campania.
Durante la serata, ci sarà la presentazione di future.
future sono le donne che verranno, ma anche quelle che oggi costruiscono il domani. Letto all’inglese “future” è l’avvenire che prendono in mano, trasformandolo con il loro sguardo e il loro impegno.
In un mondo in febbrile e spesso angosciante trasformazione “future” valorizza il contributo e le competenze femminili per un domani più giusto, pacifico, inclusivo, indicando valori e pratiche capaci di generare un cambiamento reale.
future è un impegno, una visione, un modo di esserci per costruire, insieme, un nuovo orizzonte.
Fanno parte del collettivo “future”: Daniela Di Rienzo, designer e sustainability manager, Debora Iovino, architetta, Rosalba Giampietro, psicologa, Vittoria Nappi. docente e Maria Pia Napolitano, Presidente de la festa dei folli.
FEMMINILE PLURALE corpi, cuori, rivoluzioni STORIE DI RESISTENZA, prima iniziativa di future, è più di un cineforum: è la voce di un’esigenza e di un’urgenza.
La rassegna cinematografica non è solo uno sguardo sulla condizione della donna, ma una riflessione collettiva sulle dinamiche di potere, sulle narrazioni dominanti, sugli spazi di libertà conquistati e ancora da conquistare. È una chiamata alla partecipazione, non solo femminile: accogliamo il contributo di consapevolezza e di complementarità dell’universo maschile.
Abbiamo bisogno di nuove prospettive, di una pluralità di sguardi.
Perché donna è una parola che tramanda, più di altre, il concetto di pluralità. Non è una questione di genere, è una questione di semantica, è una questione sociale, è una questione culturale.
Abbiamo scelto il cinema come strumento per raccontare donne che hanno sfidato il loro tempo, rompendo silenzi, aprendo strade, reclamando il diritto a esistere pienamente.
Da Elvira Notari, pioniera del cinema italiano, a Cecilia Mangini, prima documentarista del nostro Paese. Da Hildegart Rodríguez, mente rivoluzionaria della Spagna degli anni Trenta, a Eleanor Marx, che intrecciò femminismo e socialismo.
Storie di donne, raccontate, anche, da donne. C’è un filo sottile che lega le storie delle donne: non si spezza, si intreccia. Corre lungo il tempo e lo spazio, passando di mano in mano, di voce in voce. È la trama invisibile della R-Esistenza. Operaie, artigiane, imprenditrici, professioniste, sognatrici: donne in un tempo troppo declinato al maschile. Opere prime di cineaste impegnate a raccontare il contemporaneo senza concessioni, senza cedere alla necessità di giustificarsi o di confrontarsi con il punto di vista maschile.
Molti dei film selezionati hanno brillato nei festival più prestigiosi, da Venezia a Cannes, da Berlino al Sundance. Tra i riconoscimenti spiccano il Leone d’Oro per Roma, il Golden Globe per Lady Bird, il premio come Miglior Attrice ad Ariane Labed per Attenberg.
Ma i premi non bastano a definire il loro valore. Il filo rosso che lega tutti i film è un sistema valoriale di rispetto, riconoscimento e attenzione verso la donna, con l’obiettivo di superare luoghi comuni e visioni distorte e sensibilizzare maggiormente su emancipazione culturale e coesione sociale.
La lotta per l’uguaglianza di genere non è terminata. Il Global Gender Gap Report 2024 evidenzia che nessun Paese ha ancora raggiunto la piena parità tra uomini e donne in salute, educazione, economia e politica. Se continuiamo con il ritmo attuale, ci vorranno 134 anni per colmare questo divario. L’Italia, in questa classifica, è solo 87ª su 146 nazioni.
I dati parlano chiaro: sotto-rappresentanza femminile nei settori strategici, gender pay gap e la precarietà lavorativa limitano non solo le donne, ma l’intero sviluppo economico e sociale del Paese.
Dietro ogni numero ci sono vite, storie, talenti non riconosciuti, diritti negati. Dietro ogni numero c’è una possibilità di cambiamento.
Guardare questi film significa scegliere di superare i luoghi comuni, di sfidare le visioni distorte, di aprirsi a una narrazione più autentica, più complessa, più libera.
È una chiamata alla consapevolezza.