Oltre 400 anni ed è ancora uno dei filosofi del libero pensiero più noti e studiati. Stiamo parlando di Giordano Bruno.
LA VITA
Nato “Filippo” nel 1548 a Nola, grosso centro della provincia di Napoli, cresce nella sua nobile famiglia campana e comincia subito a studiare con impegno. Già a 15 anni frequenta il chiostro dell’ordine dei domenicani a Napoli. A questo punto prende i voti e cambia il suo nome in “Giordano“. Si trasferisce dapprima a Roma, poi ritorna a Nola, viaggia per Savona, Torino, Padova fino ad approdare a Ginevra. Dopo una breve permanenza a Parigi, si trasferisce in Inghilterra, insegnando anche ad Oxford, per poi riprendere la via di Parigi sbarcando infine in Germania, insegnando a Wittenberg e a Francoforte. Il suo peregrinare, non senza litigi accademici (soprattutto con gli aristotelici) finisce a Venezia. Nella città lagunare Giordano Bruno, nonostante fosse ospite del nobile Giovanni Mocenigo che voleva da lui farsi istruire dal filosofo nell’arte della memoria, corre un serio pericolo. Lo stesso nobile, infatti, impaurito dalle dell’ ormai ex-frate nolano, decide di denunciarlo e consegnarlo nelle mani dell’Inquisizione. Nel 1593 Giordano Bruno viene trasferito a Roma. Qui l’Inquisizione prova a convincerlo a ritrattare le sue idee, considerate “eretiche”. Bruno resiste 7 anni in carcere e costantemente rifiuti di abiurare. Alla fine viene condannato al rogo e arso vivo il 17 febbraio 1600, in occasione proprio dell’anno giubilare, in Campo dei Fiori a Roma.
IL PENSIERO
Al centro degli studi di Giordano Bruno c’era la Natura ma intesa in un’accezione panteistica. Secondo Bruno, infatti, Dio è al tempo stesso “Mens super omnia”, che può solo rimanere oggetto di fede, e “Mens insita omnibus”, che plasma dall’interno tutto ciò che esiste. Dio è quindi identificato con la natura nella sua totalità e infinità, di cui gli uomini e tutto ciò che esiste non sono altro che singole componenti collegate le una alle altre. Per quanto riguarda invece l’universo, Giordano Bruno fu uno dei primi ad affermare, al contrario di Copernico e Galilei, che esso fosse infinito. Da una parte egli affermava che le stelle potessero essere tanti soli al centro di altri mondi; d’altra parte invece dichiarava che Dio, essendo infinito e potente, avesse necessariamente prodotto un mondo altrettanto infinito e pieno di vita.