L’energico e ottimista presidente del Consiglio comincia a dare segni di cedimento e di resa. L’usurante lotta dentro e fuori dal Parlamento probabilmente si sta rivelando una battaglia troppo estenuante da sostenere anche per un combattente come lui.
Che comunque non si è ancora arreso. Infatti ha dichiarato che darà battaglia fino in fondo per l’approvazione della legge elettorale, l’Italicum.
Però forse per la prima volta da quando è al Governo, Renzi confida ai suoi fedelissimi che sulla legge elettorale non accetterà alcun emendamento da parte del Parlamento. Su questo è stato più che mai categorico.
Forse perciò dice ai suoi più stretti collaboratori: “Se l’Italicum viene modificato anche solo di una virgola e la mia linea viene sconfessata, salgo al Colle dal Presidente e mi dimetto”.
Una minaccia o un segno di usura e di stanchezza provocategli dai continui scontri in Parlamento e all’interno del Pd ?
Inoltre su tutto questo pesa anche l’evidente calo di popolarità e di consensi da parte dei cittadini. Sta di fatto che se Renzi dovesse davvero dimettersi, si ritornerebbe alle urne dopo l’estate, e passerebbe la legge elettorale uscita dalla Corte Costituzionale, cioè il proporzionale puro
E il presidente della Repubblica costituirebbe un Governo istituzionale in attesa delle votazioni, in autunno, di un nuovo esecutivo