È l’appello che il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola, i sindaci e i coordinatori dei Giudici di Pace hanno rivolto al Ministro Gardasigilli, attraverso un corposo dossier spedito questa mattina al responsabile del Dicastero di Via Arenula.
Una ricca documentazione, frutto di intensi incontri, promossi e voluti dall’avv. Francesco Urraro, presidente del Consiglio Forense di Nola, per scongiurare una nuova paralisi della giustizia conciliativa nel circondario del Tribunale di Nola, quella amministrata dai magistrati onorari, che, per le materie civili e penali ad essa demandata, interessa un gran numero di cittadini.
«Al fine di garantire una razionalizzazione nella distribuzione del contenzioso presso gli Uffici del GdP esistenti nel Circondario e delle risorse umane a queste afferenti – spiega il Presidente Urraro – chiediamo al Ministro della Giustizia uno stop all’entrata in vigore della disposizione di cui al DM 155/2012, mantenendo e prorogando l’attuale assetto sia territoriale e sia amministrativo, bloccando l’applicazione del personale amministrativo, che dovrebbe segnare l’esodo dei dipendenti degli uffici soppressi presso altre sedi giudiziarie».
Un iter ormai prossimo a completarsi che si vorrebbe bloccare in extremis, per scongiurare il definitivo smantellamento delle strutture esistenti di Acerra, Cicciano e Ottaviano, e la loro fusione con Nola, e il conseguente intasamento della struttura ricevente.
L’appello partito dal tavolo tecnico promosso dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola segue di qualche giorno l’istanza rivolta al Ministero della Giustizia dai Coordinatori degli Uffici del Giudice di Pace interessati dalla applicazione della nuova geografia giudiziaria, per evitare l’immediata applicazione dei trasferimenti e scongiurare così l’interruzione del servizio dal 29 aprile prossimo.
Ciò che emerge dai dati è la profonda carenza strutturale del presidio di Nola, già insufficiente per il carico di lavoro attuale e destinato a esplodere in seguito all’accorpamento con altre tre strutture, che afferiscono a comuni con territori e popolazioni numerose. La conseguenza è rappresentata dalla difficoltà, se non impossibilità, di garantire il servizio giustizia nella sede di Nola.
«La richiesta congiunta di rinviare ogni determinazione, formulata con il dossier – continua l’avv. Francesco Urraro – ha lo scopo di consentire interventi mirati e incisivi senza dover affrontare l’emergenza e che puntino a realizzare un assetto più funzionale delle strutture giudiziarie esistenti, anche al fine di realizzare il recupero di risorse organiche economiche e strumentali necessarie a garantire una maggiore efficienza e funzionalità dell’intero sistema giustizia, che oggi risulterebbero palesemente precluse a partire del 1° maggio prossimo».
La revisione delle circoscrizioni giudiziarie e degli Uffici di Giudice di Pace del Circondario del Tribunale di Nola preoccupa i vertici dell’avvocatura nolana.
Nell’ultimo incontro tenuto presso la sala consiliare dell’Ordine Forense, alla quale hanno preso parte il presidente Francesco Urraro, il vice presidente Italia Ferraro, i consiglieri Enrico De Sena e Raffaele Boccia, i sindaci di Nola Geremia Biancardi, di Acerra Raffaele Lettieri e di Ottaviano Luca Capasso, insieme ai coordinatori degli Uffici del G.d.P. di Ottaviano Anna Esposito e di Cicciano Iorio, con il dirigente amministrativo dell’Ufficio G.d.P. di Nola Salvatore Veropalumbo, sono emersi chiaramente i timori per il rischio di una imminente paralisi, sottolineati dagli interventi di tutti i partecipanti.
«Lo stato di disagio che si potrebbe creare in caso di effettivo accorpamento delle sedi di Giudice di Pace di Cicciano, Ottaviano e di Acerra con un carico di lavoro esponenziale presso la sede attuale dell’accorpante Ufficio G.d.P. di Nola, già di per sé insufficiente nella gestione ordinaria del solo carico di lavoro nolano è davvero reale – afferma preoccupato il Presidente Urraro – per questo ho voluto creare questo tavolo tecnico per avere tutti i dati di un’emergenza ormai imminente e confermata dai sindaci e dai responsabili degli uffici giudiziari, che ormai è a noi evidente e documentata e ci spinge a considerare critico il funzionamento dell’Ufficio accorpante a partire dal 1° maggio 2014».