“The room next door” (La porta accanto) è un film di Pedro Almodovàr, con Tilda Swinton nella parte di Martha, Julianne Moore nella parte di Ingrid, Jhon Turturro e Alessandro Nivola. Il film è nelle sale dal 5 dicembre. Di genere drammatico, con un linguaggio misurato ed un tema scottante, la pellicola ha incontrato il favore della giuria al Festival del Cinema di Venezia 2024, presieduta da Isabelle Huppert, vincendo il Leone d’Oro. Il lungometraggio è incentrato su un dialogo intimo tra due amiche: Martha e Ingrid. La prima, consapevole di avere un tumore al terzo stadio, decide di rinunciare alle cure mediche a favore di una morte senza sofferenze e con un corpo martoriato dall’accanimento terapeutico. In questa drammatica scelta chiede all’amica di vecchia data Ingrid di accompagnarla nel percorso fino alla fine.
I dialoghi tra le due donne sono tipici della regia di Almodóvar: i racconti sono intensi e portano lo spettatore in tante altre storie, scene che si aprono e si chiudono per parlare della vita, di ciò che regala e ciò che nega. In questi quadri la scenografia è sempre fantastica, a partire dai colori dei maglioni viola e blu o le avvolgenti giacche da camera che indossa Martha, su un corpo che sembra un fuscello.
Momento di grande valore culturale è poi l’omaggio che Almodóvar dedica a “The Dead” di John Huston, film che diresse nel 1987, pochi giorni prima che lo stesso Huston morisse, consapevole di andare incontro al grande mistero. “Cade la neve, cade nel cimitero solitario dove giace sepolto Michael Furey…”: questo splendido monologo fatto dal protagonista Gabriel Conroy che chiude la raccolta Gente di Dublino di Joice, da cui Huston trasse il film. Con la stessa intensità recitativa Tilda Swinton ci fa ascoltare questo splendido passo per ben due volte, in momenti diversi del film.
Il regista ha affermato a Venezia che il film è a favore dell’eutanasia. Le due amiche sono costrette a comportarsi come delle criminali per effettuare una scelta che per Martha dovrebbe essere libera e in piena autonomia. La protagonista è consapevole della sua scelta: vuole andarsene prima che il cancro prenda il sopravvento. Non è un discorso politico o religioso, semplicemente una libertà di scelta.
Il film è intenso, per persone più sensibili può diventare angosciante assistere ad una morte che sta arrivando con cruda certezza. Tilda Swinton recita il ruolo in modo magistrale. Le due attrici con le loro interpretazioni danno un tocco particolare al film e nobilitano il Leone d’Oro.
In questo film, il primo lungometraggio scritto in inglese, Almodòvar trova il compimento della sua carriera con una lezione di cinema mirabile a partire dalla sceneggiatura, la fotografia, la scenografia. Tutto curato nei minimi particolari, ti immergi nel film, condividi l’umanità e la generosità di Ingrid. Partecipi alla dignitosa scelta di Martha. Ma soprattutto è una lezione di vita, di condivisione, un grido forte sulla necessità che non si può proibire la scelta di morire di fronte ad una grave malattia.