Violenza nelle scuole: quali sono i provvedimenti e le sanzioni in Italia?

Il ministro Valditara e il Governo hanno promosso un nuovo Decreto

di Carolina Cassese

La violenza  scuole italiane è sempre più diffusa. Cerchiamo però di capire le ragioni di questa situazione, ogni giorno più preoccupante. Pallini di gomma sparati in faccia a un docente, un pugno all’insegnante sferrato dal patrigno di una ragazza per una nota, botte a una docente di sostegno e a una dirigente scolastica, insulti, minacce, atti di bullismo. Un fenomeno in crescita e difficile da comprendere.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ammette l’emergenza e promette sanzioni e lavori socialmente utili per gli studenti che non rispettano le regole. Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, i licei costretti a convocare le famiglie sono aumentati fino all’80%. Si abbassano i voti in condotta, si moltiplicano le sospensioni dalle lezioni, le richieste di risarcimento alle famiglie per i danni causati agli arredi e anche le richieste di aiuto dei servizi sociali.

In 1 istituto su 5 è intervenuta la polizia. Ma che cosa è successo nel nostro sistema scolastico? Il primo anello debole della catena che si è rotto è sicuramente l’alleanza tra scuola e famiglia: i genitori tendono a declassare gli atti gravissimi compiuti dagli studenti considerandoli “ragazzate”. Nella pratica si è rotto il patto di fiducia tra insegnanti e famiglie. Se si pensa  alla professoressa di Rovigo colpita da pallini sparati dai suoi alunni, ad esempio, si nota che nessuno dei genitori si è scusato per la condotta tenuta dai  propri figli. Gli stessi colloqui con i docenti, spesso, finiscono  in discussioni accese, in cui il genitore prende le parti del figlio. Ma è anche vero che molti ragazzi ripetono in aula quello che vedono accadere in famiglia: rutti a tavola, parolacce, bestemmie, schiaffi. Chi ha alle spalle famiglie in situazioni di disagio fatica a vedere la scuola come una possibilità, anzi la vede come un’imposizione. Ma lo stesso vale anche chi ha una famiglia non in situazioni definite di disagio.

Gli insegnanti appaiono spesso vittime di un sistema scolastico che non funziona che non sa più leggere i bisogni degli studenti. Spesso le azioni violente che si verificano nelle scuole vengono filmate con il cellulare. Manca persino un linguaggio comune per capirli. Molti ragazzi  ripetono spesso parole come “infame” e “abuso” e sognano, da grandi, di volere tanti “soldi”. La scuola non è più ritenuta un luogo di realizzazione personale, ma è solo un obbligo. Gli studenti vedono quanto un insegnante e perchè prende 1500 euro al mese lo considerano uno “sfigato”.

Ma cosa fa la politica? Il lavoro di promozione dei giusti valori non ha dato buoni frutti. Il futuro prossimo ora preoccupa e non è una follia pensare che chi ha i soldi sceglierà ben presi di istruire i figli con l’educazione parentale servendosi di insegnanti privati.

Il ministro Giuseppe Valditara, di recente, ha introdotto una tutela più efficace nei confronti degli insegnanti e degli stessi ragazzi, attraverso nuove norme su comportamento, sospensioni e indennizzi. Questo pacchetto legislativo è contenuto in un Ddl approvato in via definitiva dalla Camera. Cosa prevede? Vediamolo insieme:

  • Per gli studenti di quinto anno l’elaborato in materia di cittadinanza attiva e solidale dovrà essere trattato in sede di colloquio all’esame di Stato.
  • Il voto sul comportamento inciderà sui crediti per l’ammissione all’esame di maturità, il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico può essere attribuito solo se il voto di comportamento assegnato è pari a nove (in sede di scrutinio finale è il consiglio di classe ad attribuire il punteggio per il credito scolastico maturato nel secondo biennio e nell’ultimo anno fino ad un massimo di quaranta punti). Alla primaria la valutazione del comportamento degli alunni è espressa dai docenti con un giudizio sintetico riportato nel documento di valutazione.
  • Per quanto riguarda la normativa relativa all’allontanamento degli studenti dalla scuola per un periodo non superiore a quindici giorni. L’alunno, inoltre, sarà coinvolto in attività scolastiche, assegnate dal consiglio di classe, di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare, che si concluderanno con la produzione di un elaborato. Se la sospensione dura più di due giorni, gli studenti coinvolti dovranno essere impegnati in attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche. Tali attività, se deliberate dal consiglio di classe, possono proseguire anche dopo il rientro in classe.
  • Si introducono anche sanzioni per chiunque aggredisca personale scolastico. Con la sentenza di condanna per i reati commessi in danno ad un dirigente scolastico o un membro del personale docente-scolastico, a causa o nell’esercizio delle sue funzioni, è sempre ordinato, oltre all’eventuale risarcimento dei danni, il pagamento di una somma da euro 500 a 10mila euro in favore della scuola.
  • Altra novità è il ritorno dei giudizi sintetici alla primaria che affiancano la descrizione del percorso dei bambini.
  • Il voto numerico continuerà ad applicarsi sia alle secondarie di primo grado che a quelle di secondo grado.
  • Alle superiori sarà obbligatoria anche la valutazione intermedia di metà anno.

Felice la relatrice del disegno di legge, Grazia Di Maggio, deputata di Fratelli d’Italia, che ha detto: “l’approvazione segna un passo in avanti importante nel progetto di riforma della scuola. Con il ritorno ai giudizi sintetici, l’attenzione al valore del voto in condotta, il divieto dell’uso dei telefonini, il welfare per i docenti e l’assicurazione gratuita per insegnanti e studenti“.

Soddisfatto anche il ministro Valditara: “E’ un passaggio fondamentale per la costruzione di un sistema scolastico che responsabilizzi i ragazzi e restituisca autorevolezza ai docenti. L’obiettivo è sostenere il lavoro quotidiano dei docenti e di tutto il personale scolastico perché ai giovani siano chiari non solo i diritti ma anche i doveri che derivano dall’appartenere a una comunità, a iniziare dal dovere del rispetto verso l’altro“.

Contraria, invece, l’Opposizione che boccia i contenuti del provvedimento tacciando il Decreto come sostenitore di una gestione dell’istruzione “chiacchiere e distintivo”.

Altri articoli

Lascia commento

081News.it è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Nola al n.2/14.

Eventuali segnalazioni possono essere inviate a redazione@081news.it o sui social ai contatti con nome Zerottouno News.
La testata è edita e diretta da Aniello “Nello” Cassese, sede legale in Liveri (NA) – via Nazionale n.71, sede operativa in Nola (NA) – via Giordano Bruno n.40.

Close Popup

Questo sito web utilizza cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come specificato nella cookie policy. Puoi liberamente prestare, rifiutare o revocare il tuo consenso in qualsiasi momento. La chiusura del banner comporta il consenso ai soli cookie tecnici necessari.

Close Popup
Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.

Questi cookie sono necessari per il funzionamento del sito Web e non possono essere disattivati nei nostri sistemi.

Cookie tecnici
Per utilizzare questo sito web usiamo i seguenti cookie tecnici necessari: %s.
  • wordpress_test_cookie
  • wordpress_logged_in_
  • wordpress_sec
  • wordpress_gdpr_cookies_allowed
  • wordpress_gdpr_cookies_declined
  • wordpress_gdpr_allowed_services

Rifiuta tutti i Servizi
SALVA
Accetta tutti i Servizi
error:
-
00:00
00:00
Update Required Flash plugin
-
00:00
00:00