Circa 200 morti ma lo sport non si ferma. In Spagna è polemica per le gare di calcio e di moto che si stanno tenendo nonostante la tragedia dell’alluvione di Valencia. Proprio in città, il 17 novembre, su una pista gravemente danneggiata dovrebbe andare in scena l’ultimo atto del duello fra Francesco Bagnaia e Jorge Martin, ma nessuno vuole correre. Pecco Bagnaia ha detto al Corriere: “Noi in Italia ci siamo trovati in una situazione molto simile e, dipendesse da me, non ci vorrei gareggiare, ma non decido io”. Gli ha fatto eco il rivale spagnolo, attuale leader della classifica: “Sarebbe più logico gareggiare da un’altra parte“.
Polemiche anche dal mondo del calcio, con Morata e Ancelotti su tutti che hanno chiaramente detto che non volevano parlare di calcio in occasione del turno di Champions League. In Spagna, poi, allenatori e calciatori hanno apertamente preso posizione contro La Liga. “È chiaro che tutto questo non ha senso, quello che sta succedendo è qualcosa di molto difficile, ci sono persone che stanno attraversando momenti terribili, a noi dicono di andare avanti e lo facciamo, ma è molto triste”: ha tuonato Diego Simeone, allenatore dell’Atletico Madrid. Sulla stessa lunghezza d’onde del Getafe, Jose Bordalas: “non ha alcun senso giocare, la giornata andava sospesa in maniera integrale. Siamo tutti sconvolti, continuano ad arrivare video, sentiamo testimonianze, fa paura. Siamo di fronte alla peggior catastrofe degli ultimi decenni, non si doveva giocare, i ragazzi sono dei professionisti, ma è impossibile astrarsi dalla realtà”. Anche per l’allenatore del Barcellona, Hansi Flick, non era giusto giocare: “forse era meglio rinviare l’intera giornata, per me è una tragedia, l’abbiamo vissuto anche in Germania tre anni fa. Se possiamo sostenere la regione, certo che lo faremo, ma per il resto spetta alla Liga decidere“. La Liga, in ogni caso, ha fatto sapere che il calcio non si è fermato anche per raccogliere fondi per le vittime e che sia giusto continuare per lanciare anche un messaggio di ripresa.