Le sentenze sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, che provocò 85 morti, sono “un teorema per colpire la destra, basta con queste ipocrisie, non possiamo accettare come dogmi sentenze che non rispettano le garanzie di un giusto processo“. Lo ha detto in un’intervista a La Stampa Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Cultura della Camera, annunciando anche un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Nordio.
Il parlamentare prende in analisi la storia di Paolo Bellini, il quinto condannato all’ergastolo per la strage: “Non posso non vedere l’operazione che i giudici hanno portato avanti e che lo ha reso la vittima di un teorema. Ho le prove, bisogna trovare la verità storica per tutti gli italiani. Era chiaro dall’inizio del processo a Bellini, criminale conclamato e collaboratore dei servizi e del procuratore Sisti, e che mai ha avuto a che vedere con noi, che l’obiettivo di parte della magistratura fosse quello di accreditare il teorema per cui nel Dopoguerra gli Usa, con la loggia P2, il neofascismo e perfino il Msi, avrebbero, con la strategia della tensione e le stragi, condizionato la storia repubblicana“.
Immediata la reazione del Pd che, tramite Elly Schlein, ha riferito: “Sono passaggi revisionisti e negazionisti, pericolosi e offensivi, hanno detto i partiti di opposizione. Ci voleva uno come Mollicone, dopo giorni del solito vittimismo di Giorgia Meloni, per confermare che nel suo partito c’è chi tenta di riscrivere la storia negando le responsabilità dei neofascisti accertate dalle sentenze“.