Basta un gol per zittire i cori dell’Olimpico. Basta il quarto centro stagionale di Manolo Gabbiadini in maglia azzurra per mettere “pausa” a quel vergognoso motivetto che ha fatto da sfondo a Lazio-Napoli, semifinale d’andata di Coppa Italia. “Vesuvio lavali col fuoco” intona il popolo biancoceleste dalle gradinate dell’Olimpico, come se una rivalità tra tifoserie possa autorizzare l’utilizzo di espressioni razziste, brutta abitudine di uno sport che continua ad allontanarsi dal suo mero ruolo di aggregazione per addentrarsi in un circolo vizioso fatto di odio, soldi e vendetta.
Il calcio, quello vero, si è giocato sul manto erboso dell’impianto sportivo capitolino. Sotto un diluvio incessante, Lazio e Napoli hanno offerto spettacolo puro. In palio una fetta di qualificazione alla finale, obiettivo che accomuna le due squadre al pari della rincorsa alla zona Champions. Ad esultare per prima è la formazione di Stefano Pioli, che poco dopo la mezzora sblocca il risultato grazie alla progressione dello scatenato Felipe Anderson e al taglio del solito Miroslav Klose. Il Napoli flirta più volte col gol del pareggio, che arriva nella ripresa grazie allo spunto di Gonzalo Higuain che dribbla Berisha, si allarga sulla destra e, nel tentativo di depositare in porta, apparecchia per l’accorrente Gabbiadini che soffia il pallone in rete. Giochi aperti per la gara di ritorno: al San Paolo, il prossimo 8 aprile, il Napoli proverà a conquistare la seconda finale consecutiva di Coppa Italia.
A cura di Fabio Tarantino – Twitter: @FabTarantino_19