Si può essere stuprati in un Paese dell’UE a causa del proprio credo religioso? Purtroppo sì. È quello che è accaduto ad una ragazzina di soli 12 anni, a Courbevoie, in Francia. La giovane vittima, dopo la violenza, accompagnata da entrambi i genitori in commissariato, ha raccontato agli inquirenti che, nel pomeriggio, era uscita di casa per incontrare un’amica.
Per strada, però, ha incontrato due giovani che l’hanno costretta a raggiungere un capannone abbandonato, dove è sopraggiunto poi un terzo ragazzo. I tre, rispettivamente di 12, 13 e 14, identificati successivamente grazie all’aiuto della amica della vittima, avrebbero prima picchiato e insultato con frasi antisemite la dodicenne e successivamente le hanno imposto penetrazioni anali e vaginali, sesso orale, riprendendo il tutto con un cellulare.
Il giudice ha ordinato la messa in custodia cautelare di due di loro, uno è stato rinchiuso nel carcere di Nanterre, l’altro in quello di Porcheville. Il terzo imputato è stato oggetto di un provvedimento educativo giudiziario, accusato di insulti e violenze antisemite e di minacce di morte, ma non di stupro. La procura ha affermato, in un comunicato, che i ragazzi sarebbero pentiti del loro gesto, ma il livello di sdegno e di indignazione nazionale resta alto per questa vicenda.
La Francia, infatti, detiene la più grande comunità ebraica, dopo quelle presenti ad Israele e negli Stati Uniti. Dal 7 ottobre 2023, ovvero dall’attacco di Hamas contro Israele, dati alla mano, gli episodi di antisemitismo sono aumentati in modo esponenziale, generando una forte preoccupazione anche nello scenario politico francese. Il grande rabbino di Francia, Haim Korsia, si è dichiarato inorridito da questo clima che si è creato e dall’ondata antisemita senza precedenti.
Il Presidente Emmanuel Macron ha denunciato durante il Consiglio dei Ministri tale piaga ed ha chiesto alla ministra dell’Istruzione, Nicole Belloubet, di organizzare nelle scuole, per tutta la settimana, un’ora di lezione dedicata alla lotta contro il razzismo e l’antisemitismo, auspicandosi così che si creino momenti di riflessione e discussione nelle scuole e che cessino i discorsi d’odio che portano ad atti e conseguenze ancor più gravi, come la violenza e lo stupro.