L’Inail ha aggiornato i dati sugli incidenti mortali. Alle iniziali 36 vittime, si aggiungono, purtroppo, diverse ulteriori unità e si arriva a numeri preoccupanti. Nel primo trimestre 2024, infatti, le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 191, cinque in meno rispetto alle 196 registrate nel primo trimestre 2023. I sindacati chiedono di fermare la carneficina ma la premier Giorgia Meloni, durante la sua diretta sui social, al tema non dedica molto spazio e la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, si limita a frasi di circostanza. Negli scorsi mesi il Governo ha creato una speciale patente per la sicurezza sul lavoro ma l’attuazione non è imminente.
A livello nazionale, inoltre, i dati rilevati a marzo evidenziano per il primo trimestre 2024 un incremento rispetto al 2023 dei casi mortali avvenuti in occasione di lavoro, passati da 148 a 151, e un calo di quelli in itinere, da 48 a 40. Dati significativi emergono anche dall’analisi territoriale con evidenti incrementi al Sud (da 31 a 41 denunce), nel Nord-Ovest (da 60 a 63) e nelle Isole (da 16 a 17), e cali nel Nord-Est (da 41 a 38) e al Centro (da 48 a 32). Tra le regioni con i maggiori incrementi si segnalano la Lombardia e la Puglia (+7 ciascuna). Le denunce complessive di infortunio presentate all’Inail nei primi tre mesi sono state 145130.
Due, almeno, le occasioni in cui si sono contate vere e proprie stragi sul luogo di lavoro: 5 morti e 3 feriti a Firenze il 16 febbraio scorso in un cantiere dell’Esselunga, 7 morti nella centrale ENEL di Suviana.