Nella giornata del 18 marzo è stato firmato un accordo tra l’Unione Europea e l’Egitto, stipulato soprattutto per combattere il traffico migratorio illegale e favorire le rotte e i percorsi di migrazione legale. Ursula Von der Leyen si ritiene molto soddisfatta della collaborazione e afferma che l’UE conta: “Sulla piena dedizione dell’Egitto al controllo dell’immigrazione clandestina e alla gestione delle frontiere”.
La Commissione UE considera Il Cairo un partner affidabile e un pilastro della sicurezza del Mediterraneo. Per raggiungere gli obiettivi prefissati sono stati stanziati fondi per un totale di 7,4 miliardi di euro fino al 2027. Lo scopo era quello di replicare l’accordo già firmato con la Tunisia, per siglare una serie di intese sull’asse tra Roma e Il Cairo e per spingere verso il “Piano Mattei per l’Africa“.
Tale decisione però, ha riacceso i riflettori sul Caso Regeni, in quanto, ancora oggi, da parte delle autorità egiziane non c’è alcun tipo di aiuto e vi è una continua omertà. Sul banco degli imputati ci sono tuttora 4 agenti segreti egiziani, accusati di aver torturato e poi ucciso il giovane ricercatore.
La stampa da subito ha incalzato la premier Giorgia Meloni a rispondere alle domande relative al caso del giovane friulano, ma lei si è semplicemente limitata a rispondere che “C’è un processo in corso in Italia e il lavoro che stiamo facendo non cambia la nostra posizione“.
Le critiche da parte dell’opposizione, soprattutto degli appartenenti al PD, non sono tardate ad arrivare. La segretaria del suddetto partito, Elly Schlein, ha dichiarato: “Siamo qui perché bisogna stare accanto alla famiglia di Giulio fino a quando non otterremo la piena verità su chi ha ucciso, su chi ha torturato e su chi sono i mandanti dell’efferato omicidio di un ricercatore italiano, di un ricercatore europeo. Chiediamo verità e giustizia e non ci fermeremo fino a quando non verrà fuori”.
Intanto, a Roma, si terrà la seconda udienza del processo a carico dei quattro 007 egiziani accusati. I genitori di Giulio, prima di entrare in aula, hanno comunicato ai giornalisti “Siamo ostinatamente presenti” ed hanno espresso la loro amarezza verso le dichiarazioni della Meloni. L’avvocato Alessandra Ballerini, interrogata anch’essa sulle parole della premier, ha detto: “Non commentiamo, se non che nel nostro paese fortunatamente c’è la separazione dei poteri, a differenza di quello che succede nei regimi“.