Papa Francesco prende posizione ufficialmente sulla guerra in Ucraina. “È più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare – ha detto alla Radiotelevisione Svizzera – Oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche paese che faccia da mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti“.
Il Sommo Pontefice avrebbe poi parlato anche del conflitto a Gaza: “Tutti i giorni alle sette del pomeriggio chiamo la parrocchia di Gaza. Seicento persone vivono lì e raccontano cosa vedono: è una guerra. E la guerra la fanno due, non uno. Gli irresponsabili sono questi due che fanno la guerra. Poi non c’è solo la guerra militare, c’è la ‘guerra-guerrigliera’, diciamo così, di Hamas, un movimento che non è un esercito. È una brutta cosa. Guardiamo la storia, le guerre che abbiamo vissuto, tutte finiscono con l’accordo“.
Le dichiarazioni hanno ovviamente fatto scalpore in Ucraina ma anche all’interno dei salotti dei Governi alleati. Nelle ultime ore, tuttavia, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha chiarito le parole usate da Bergoglio. Il Pontefice avrebbe infatti usato il termine “bandiera bianca” solo in seguito all’immagine suggerita dall’intervistatore e, anzi, non avrebbenemmeno usato la parola “Ucraina” nella sua risposta, parlando soprattutto di una situazione generica. Ancora: “In un altro punto dell’intervista, parlando di un’altra situazione di conflitto, ma riferendosi a tutte le situazioni di guerra, il Papa ha affermato chiaramente: i negoziati non sono mai una resa“.