“Viva l’Italia antifascista“. E’ questa la frase gridata alla Prima alla Scala di Milano da uno degli spettatori. Il fatto ha creato subito polemiche perchè è stata coinvolta, un po’ a sorpresa, anche la DIGOS. Lo spettatore, infatti, è stato riconosciuto dalle forze dell’ordine e identificato come Marco Vizzardelli, giornalista di 65 anni, esperto di equitazione e frequentatore assiduo del Teatro. All’AdnKronos, Vizzardelli ha dichiarato: “Sono sorpreso da tutto a partire dall’arrivo della Digos. Per aver detto una frase costituzionale è arrivata la Digos. Mi hanno detto che l’identificazione era una cosa di prassi ma io sono rimasto un po’ interdetto. A quel punto mi hanno detto che se non mi identificavo avrei commesso un reato. Non ho commesso un reato. Ho detto una cosa costituzionale e lapalissiana. Gli agenti si sono messi a ridere e mi hanno detto che erano anche molto d’accordo ma il loro compito era procedere all’identificazione. Allora l’abbiamo fatta anche molto amichevolmente”.
In una nota la Questura di Milano ha poi chiarito: “L’identificazione dei due spettatori presenti in galleria è stata effettuata quale ordinaria modalità di controllo preventivo per garantire la sicurezza della rappresentazione. L’iniziativa non è stata assolutamente determinata dal contenuto della frase pronunciata, ma dalle particolari circostanze, considerate le manifestazioni di dissenso poste in essere nel pomeriggio in città e la diretta televisiva dell’evento che avrebbe potuto essere di stimolo per iniziative finalizzate a turbarne il regolare svolgimento. La conoscenza dell’identità delle persone ha consentito, infatti, di poter ritenere con certezza l’assenza di alcun rischio per l’evento”.
I chiarimenti, tuttavia, non hanno sedato le polemiche politiche che sono state portate avanti soprattutto dal PD che ha lanciato una campagna su X con l’hashtag #VivalItaliaAntifascista : “Continueremo a gridarlo, ovunque. Anche se non piace a Salvini. E adesso identificateci tutte e tutti“. Diversi esponenti democratici, inoltre, hanno già cominciato a twittare “Viva l’Italia antifascista” aggiungendo nome, cognome, luogo e data di nascita in segno di sfida.