L’insediamento del nuovo governo, con a capo il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nonostante abbia consensi che continuano a salire, suscita non poche preoccupazioni su alcune tematiche, in particolar modo sull’aborto. Infatti, un ddl, presentato dal senatore Maurizio Gasparri, vorrebbe cambiare l’art. 1 del c.c., modificando la capacità giuridica del nascituro. Non si acquisirebbe più, quindi, alla nascita, ma al momento del concepimento. Ciò limiterebbe il diritto all’aborto, la Legge n.194, i diritti delle donne e il loro diritto di autodeterminazione. Il senatore ha anche depositato altri testi dove chiede di introdurre nell’ordinamento italiano il “reato di surrogazione di maternità commesso all’estero” e di istituire la “Giornata della vita nascente”.
Giorgia Meloni, in queste ultime settimane, ha dichiarato che in Italia non ci sono e non ci saranno problemi di accessibilità all’interruzione di gravidanza e ha difeso l’obiezione di coscienza, mettendo sullo stesso piano la libertà di abortire e quella dei medici di fare obiezione. Ha affermato di non voler né abrogare né modificare la Legge 194, ma di volerla applicare pienamente, soprattutto nelle parti in cui si parla di tutela sociale della maternità e di prevenzione: “L’unica cosa che vorrei fare è applicare meglio la prima parte della Legge 194 che prevede tutto il tema della prevenzione, cioè vorrei aggiungere un diritto al diritto ad abortire che non viene toccato, e cioè se una donna ritenesse di dovere abortire perché non ha alternative ma in realtà non vuole farlo, io, in realtà, credo che debba avere la possibilità di fare una scelta diversa. Non tolgo niente a nessuno: voglio aggiungere un diritto che a volte è mancato”. Anche il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, ha riportato lo stesso pensiero: “Vogliamo dare alle donne il diritto a non abortire, ad esempio per motivi economici”.
Di diverso avviso e pensiero è l’ex Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini; per lei è scontato che le forze politiche di destra stiano cercando di far diventare carta straccia la L. 194: “Come previsto, la prima mossa della destra in questa nuova legislatura è mettere i diritti delle donne nel mirino. La proposta di legge depositata al senato da Gasparri contro l’aborto rappresenta solo il primo tentativo di abbattere le conquiste di questi anni”.
Nonostante le rassicurazioni da parte degli esponenti di Fratelli d’Italia, restano la paura e la forte preoccupazione che possa accadere qualcosa di simile a quello successo negli Stati Uniti, dopo la decisione della Corte Suprema, presa il 24 giugno scorso, di abolire la storica sentenza Roe vs Wade, che nel 1973 aveva reso legale l’aborto. Infatti, non è necessario apportare modifiche alla L. 194, visto che la sua fruibilità è già molto limitata. L’associazione Luca Coscioni, con l’indagine intitolata “Mai Dati”, condotta dalle giornaliste Chiara Lalli e Sonia Montegiove, ha reso note le percentuali dell’obiezione di coscienza nelle strutture pubbliche, in riferimento all’anno 2021 in 10 Regioni. Le altre 10 (Lazio, Sicilia, Calabria, Toscana, Basilicata, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Trentino-Alto Adige) non hanno risposto alla richiesta di accesso civico e si sono rifiutate di inviare i dati.
Si evince, dai dati raccolti, che il Molise detiene la più alta percentuale di obiettori (su 2 strutture ospedaliere in totale, una struttura ha tutti i medici ginecologi obiettori, mentre l’altra ha 8 ginecologi su 10 che sono obiettori). Seguono la Puglia (8 ospedali con obiezione al 100% su 35 totali) e al terzo posto, con un tasso simile, le Marche.