Tutti insieme appassionatamente (The Sound of Music) è un film di genere musical-commedia-drammatico-biopic del 1965 diretto da Robert Wise e trasposizione cinematografica della commedia musicale The Sound of Music prodotta da Rodgers & Hammerstein a sua volta ispirata al romanzo biografico La famiglia Trapp (The Story of Trapp Family Singers) scritto da Maria Augusta von Trapp.
Prodotto con un budget di circa 8,2 milioni di dollari la pellicola ha ottenuto un incasso totale di circa 286,2 milioni conquistando il botteghino in tutto il mondo ed ottenendo il plauso della critica. Fra i riconoscimenti si annoverano per l’anno 1966 5 Oscar su 10 nomination (miglior film, miglior regia, miglior colonna sonora, miglior montaggio, miglior sonoro), 2 Golden Globe (miglior film e miglior attrice a Julie Andrews), il David di Donatello “miglior attrice straniera” (Julie Andrews) con la colonna sonora che occupa la prima posizione nella Billboard 200 per due settimane, nella UK Albums Chart per 70 ed in Norvegia per 20 settimane. Nel 1998 l’American Film Institute inserisce la pellicola al 55° posto nella classifica migliori film di tutti i tempi e dieci anni dopo la fa salire al 40° posto.
Il cast è formato da Julie Andrews (Maria), Christopher Plummer (barone Georg von Trapp – dialoghi), Bill Lee (barone Georg von Trapp – canto), Peggy Wood (madre superiora – dialoghi), Margery McKay (madre superiora – canto), Anna Lee (suor Margherita), Portia Nelson (suor Bertha), Marni Nixon (suor Sophia), Evadne Baker (suor Berenice), Eleanor Parker (baronessa Elsa Schraeder), Richard Haydn (Max Detweiler), Norma Varden (Frau Schmidt), Glichrist Stuart (Franz, il maggiordomo), Doris Lloyd (baronessa Ebberfeld), Ben Wright (Herr Zeller) e dai giovani Charmian Carr (Liesl von Trapp), Nicholas Hammond (Friedrich von Trapp), Heather Menzies (Louisa von Trapp), Duane Chase (Kurt von Trapp), Angela Cartwright (Brigitta von Trapp), Debbie Turner (Marta von Trapp), Kym Karath (Gretl Von Trapp) e Daniel Truhitte (Rolfe Gruber).
TRAMA Salisburgo, Austria 1938. Maria è un’orfana da poco entrata in convento come novizia ma le altre consorelle nutrono dei seri dubbi sulla reale vocazione della ragazza: questa ama cantare e ballare ed è spesso indisciplinata. Per metterla alla prova, la madre superiora decide di mandarla come governante dei sette figli del barone Georg von Trapp, comandante della Marina imperiale austriaca e vedovo da alcuni anni. I sette bambini (Liesl, Friedrich, Louisa, Kurt, Brigitta, Marta e Gretl) dimostrano inizialmente la loro ostilità nei confronti della nuova istitutrice, la dodicesima ai servizi in famiglia, ma dopo una serata in cui, impauriti da un temporale, si rifugiano nella camera di Maria, i loro sentimenti per la novizia cambiano radicalmente. Il mattino seguente, Maria decide di fabbricare dei vestiti da gioco per i ragazzi con la stoffa delle tende della sua camera, contravvenendo ad un preciso ordine del comandante che le aveva proibito tale azione. Mentre il barone è a Vienna, ospite della sua fidanzata, la baronessa Schraeder, Maria porta i sette ragazzi a fare una passeggiata per Salisburgo che culmina con un picnic sui verdeggianti pendii che circondano la città.
In un momento di ritrovata felicità e spensieratezza i ragazzi si lasciano andare a confidenze con Maria che capisce che i tiri mancini che avevano allontanato tutte le precedenti istitutrici avevano il solo scopo di attirare l’attenzione del padre, diventato militarmente rigido con i figli per la perdita mai superata della moglie. Passano settimane durante le quali Maria porta spesso i ragazzi a spasso per la città e per i monti, facendoli giocare ed insegnando loro canzoni da cantare al rientro del barone assieme alla baronessa Schraeder. Quando il barone torna a casa con la fidanzata rimane scandalizzato all’idea che i suoi figli siano andati in giro per Salisburgo “abbigliati con drappi da tendaggio” e deluso dal comportamento indisciplinato di Maria le ordina di andarsene; tuttavia saranno le dolci voci dei suoi figli a fargli cambiare idea convincendolo a far rimanere l’istitutrice ormai entrata nel cuore dei ragazzi.
In occasione di un ballo voluto dalla baronessa Schraeder per ufficializzare il loro fidanzamento, Georg balla sulla terrazza una danza tipica austriaca con Maria, la quale arrossisce vistosamente e, complice la manipolazione della baronessa che ne ha intuito l’interesse per Georg, decide quella stessa sera di fuggire in convento lasciando i von Trapp. Dopo la fuga di Maria, la vita in casa von Trapp scorre fra noia e tristezza e l’annuncio delle prossime nozze del barone con la baronessa non migliora l’umore dei suoi figli che decidono di andare di nascosto al convento per convincere Maria a tornare. Sarà la madre superiora, avendo compreso da un colloquio con Maria che ella si è innamorata del comandante, a convincere quest’ultima a tornare dai von Trapp per affrontare i suoi sentimenti e trovare la sua vera strada nella vita.
Il ritorno di Maria riporta la gioia nei ragazzi von Trapp e nel comandante che, dopo aver rotto il fidanzamento per volere della stessa baronessa colpita dalla determinazione di Maria, è libero di dichiararsi alla donna di cui si è realmente innamorato. La felicità che culmina con il matrimonio di Maria e Georg risulta però di breve durata in seguito all’Anshluss, l’occupazione e annessione dell’Austria al Terzo Reich della Germania Nazista. Il comandante von Trapp, eroe della Grande Guerra e patriota austriaco ostile all’invasione nazista, riceve l’ordine dall’ufficiale tedesco Herr Zeller di servire la marina tedesca.
Irremovibile a rifiutare un disonorevole incarico, il comandante e la sua famiglia sono costretti ad organizzare la fuga dall’Austria verso la Svizzera ma vengono traditi dal loro maggiordomo, da tempo spia dei tedeschi. In un ultimo e disperato tentativo di salvarsi, Georg finge di voler partecipare al festival canoro di Salisburgo: i von Trapp conquistano platea e giuria con il canto patriottico Edelweiss e scappano prima di ricevere il premio. Trovato rifugio nel convento di Maria, i von Trapp riescono infine con l’aiuto della madre superiora e delle altre suore ad eludere gli ufficiali tedeschi e a valicare le Alpi trovando la salvezza in Svizzera.
ANALISI Fin dalla scena iniziale lo spettatore viene immerso in quelli che sono gli evidenti punti di forza di un’azione che scorre veloce: una fotografia suggestiva, musiche memorabili ed interpretazioni impeccabili. Ogni elemento contribuisce a riflettere i caratteri dei personaggi e la spontaneità dei giovani talenti. Uno spirito libero che crede di aver trovato il suo posto nel mondo si scontra con un animo ferito che ha dimenticato l’amore che i genitori devono dare ai figli. Il tono leggero fino alla comicità dei primi tre quarti di trama ben presto lascia spazio al dramma di nuovi sentimenti da affrontare prima di arrivare alla tragedia di una triste ed indimenticabile fase storica dell’umanità. Se le note spensierate delle prime canzoni sono un efficace climax verso la riscoperta dei sentimenti d’amore sepolti sotto una durezza di facciata, il commovente congedo che risveglia l’amor di patria prima della fuga è un perfetto bilanciamento che dà rediviva speranza per chi ancora preserva valori immortali come la famiglia, l’amore e la libertà contro la crudeltà e le atrocità che riserva la vita vera.
Maria Augusta von Trapp
DALLA REALTÀ La storia del film di Wise trae spunto dalla vicenda storica di Maria Augusta Kutschera, coniugata von Trapp (1905-1987), cantante e scrittrice austriaca che fu matriarca del gruppo musicale Trapp Family Singers. Nata su un treno diretto a Vienna, Maria entrò come novizia nell’abbazia Nonnberg di Salisburgo, ma dopo appena due anni le fu affidato il compito di occuparsi dei sette figli del comandante di Marina Georg Ludwig von Trapp, vedovo dal 1922. La giovane istitutrice ed il nobile militare si sposarono nel 1927 ed assieme ai loro dieci figli – ai sette di Georg si aggiunsero altri tre avuti da Maria – nel 1936 debuttarono come gruppo musicale canoro al Festival di Salisburgo con un repertorio di brani a cappella del XVI-XVII secolo.
Nel settembre 1938, sei mesi dopo l’occupazione nazista dell’Austria, i von Trapp fuggirono in Italia e dopo aver viaggiato per l’Europa come rifugiati emigrarono negli USA, stabilendosi nel 1942 nel Vermont. Il capitano Georg morì nel 1947, e due anni dopo venne pubblicato il libro autobiografico The Story of the Trapp Family Singers per i cui diritti una casa di produzione tedesca versò la somma di 9000 dollari a Maria nel 1956 per il film Die Trapp-Familie, regia di Wolfgang Liebeneiner, un discreto successo in patria e in Germania. Nel 1965 la storia della famiglia fu trasformata in un musical per Broadway, The Sound of Music per la casa di produzione di Rodgers & Hammerstein che tratta la prima metà della trama del libro. Dal musical fu tratto l’omonimo lungometraggio di Wise, noto in Italia col titolo Tutti insieme appassionatamente, sul set del quale figura la stessa autentica Maria von Trapp come ospite entusiasta del lavoro e della performance della Andrews e che appare anche in un cameo (quando la protagonista, lasciando il convento diretta a casa von Trapp passa sotto tre grandi archi).
Fra i riconoscimenti a Maria von Trapp sono da annoverare la Decorazione d’Onore in oro dell’Ordine al Merito della Repubblica Austriaca e la Croce d’onore di I Classe per le scienze e le arti in Austria nel 1967. La sua autobiografia in Italia è stata tradotta in due edizioni, la prima integrale nel 1964 (traduzione di M.A. Astuto – F. Bellini) e la seconda per la scuola nel 1982 (a cura di Giovanni Esposito), entrambe per la casa editrice Società Editrice Internazionale. I von Trapp divennero famosi in America grazie alle loro interpretazioni di musiche popolari austriache fino al ritiro dalle scene nel 1956, dopodiché la famiglia aprì una scuola di musica in una fattoria a Stowe, i Trapp Family Lodge Grounds e lì, accanto al marito Georg e alla figlia Martina, venne sepolta Maria Augusta von Trapp, morta nel 1987.
“Desidero sempre che i miei film abbiano qualcosa da comunicare, ma dovrebbe essere fatto dalla storia stessa, dallo sviluppo della trama e dall’interazione dei personaggi, senza che gli attori dicano molte parole”. (Robert Wise)
… ALLA CELLULOIDE Il regista, montatore e produttore cinematografico statunitense Robert Wise (1914-2005) viene riconosciuto come uno dei cineasti più popolari della Hollywood degli anni d’oro (’50-’60). Inizialmente orientato verso una carriera nel giornalismo, in seguito all’abbandono del college per difficoltà economiche e al trasferimento della sua famiglia ad Hollywood, il fratello David gli trovò un impiego nel reparto spedizioni della R.K.O. Pictures e da quel momento rimane affascinato dal mondo in celluloide. Nel decennio 1933-1943 Wise diventa assistente del direttore del montaggio sonoro T.K. Wood e una volta acquisita una certa esperienza sul campo comincia a manifestare quelli che saranno i tratti distintivi delle sue future produzioni. La sua formazione come montatore vanta maestri come Alfred Santell (Sotto i ponti di New York) e Henry C. Potter (La vita di Vernon e Irene Castle) e del 1939 sono da ricordare i drammi La ragazza della 5^ strada e Notre Dame e le commedie Situazione imbarazzante e Le mie due mogli. Della seconda di queste due commedie è da ricordare come il lavoro di Wise catturò l’attenzione dell’allora giovane promessa della RKO Orson Welles che lo volle come montatore per il suo celeberrimo Quarto Potere.
La sua carriera dietro la macchina da presa comincia a decollare negli anni quaranta, procede fra alti e bassi nei ’50 e infine ottiene definitiva consacrazione negli anni ‘60 di quell’ormai passato XX secolo in cui si distingue come regista versatile e attento all’aspetto “artigianale” (montaggio, trama e interpretazioni) del cinema e realizza film diventati Classici (La iena, 1945 – Ultimatum alla Terra, 1951 – Lassù qualcuno mi ama, 1956) dimostrando di sapersi destreggiare con facilità in svariati generi: dall’horror (Gli invasati, 1963) al western noir e psicologico (Sangue sulla luna, 1948 – La legge del capestro, 1956), dal noir (Stasera ho vinto anch’io, 1949) alla fantascienza (Star Trek, 1979) fino al cinema bellico (Quelli della San Pablo, 1966). Il suo talento dietro la macchina da presa ha ottenuto fra i riconoscimenti ben 4 Oscar per musical di successo fra i quali sono da ricordare West Side Story (1962), rifacimento in chiave moderna di Romeo e Giulietta vincitore di ben 10 statuette, e ovviamente Tutti insieme appassionatamente (1965), che fu il maggior successo al botteghino del suo anno battendo il record di Via col vento dopo ben 24 anni. Il periodo che va dagli anni ’70 fino agli anni 2000 non brilla particolarmente nonostante produzioni di successo come Hindenburg (1975), film catastrofico vincitore di un Oscar “miglior montaggio sonoro”, e Star Trek (1979), ultimo suo prodotto di fantascienza, fra i più costosi film in USA che ottenne il plauso del botteghino ma non della critica.
Appesa al chiodo la cinepresa Wise ha ottenuto soddisfazioni nella comunità cinematografica come consulente e dirigente: la carica di presidente della Director’s Guild of America (1971-1975), quella di presidente della Academy of Motion Picture Arts and Sciences (1985-1988), un incarico di direttore del Center for Advanced Film Studies nel consiglio d’amministrazione dell’American Film Institute e l’inserimento come membro del Department of Film al MoMa (Museum of Moderm art) di New York. Ottenuto un riconoscimento alla carriera nel 1998 dall’American Film Institute ha diretto per l’ultima volta un film due anni dopo (A Storm in Summer) con protagonista Peter Falk e vincitore di un Daytime Emmy Award prima che un infarto se lo portasse via a 91 anni il 14 settembre 2005.
Il film ha avuto un successo enorme dovuto sicuramente all’impareggiabile talento di interpreti ormai leggende del cinema, fra i quali spicca una trentenne Julie Andrews che con questa interpretazione ottenne la definitiva consacrazione a diva già praticamente meritata con l’esordio sul grande schermo l’anno precedente nelle vesti di un’altra indimenticabile bambinaia di disneyana memoria (Mary Poppins) che le valse l’Oscar “miglior attrice protagonista”. A contribuire a tale successo sono però anche le musiche – protagoniste al pari se non superiori agli attori in carne e ossa – di Richard Rodgers fra cui spiccano brani come My Favourite Things (Le cose che piacciono a me), Quindici anni, quasi sedici, Edelweiss, Il suono della musica (brano iniziale che dà il titolo al film) e classici per l’infanzia come Do-Re-Mi e Il pastore che pascolava tutti ormai entrati nella storia della celluloide e nel cuore dei cinefili di tutte le generazioni successive.
Il successo del film ha inaugurato quello che poi è stato definito il fenomeno Sing-a-Long ovvero l’avvio di proiezioni speciali di film musicali – fra i più popolari si aggiungono a questo Mary Poppins, Grease, The Rocky Horror Picture Show, Mamma mia! – durante le quali il pubblico viene incoraggiato a cantare le canzoni (sottotitolate sullo schermo) come in karaoke. Da Londra a Los Angeles, da Sydney a New York, il Sing-a-Long-Sound ha donato alla pellicola una nuova vita 40 anni dopo la sua prima uscita.
Oltre a questa e alla prima trasposizione in celluloide di produzione tedesca Die Trapp-Familie (1956) per la regia di Wolfgang Liebeneiner, da ricordare è anche una sul piccolo schermo in versione animata (40 episodi) di produzione nipponica, Trapp ikka monogatari – in Italia è nota con il titolo Cantiamo insieme – che riprende a grandi linee la trama del film di Wise mantenendo maggiore fedeltà al libro. La versione musical in Italia è stata portata in scena per diverse stagioni fra cui spiccano quelle per la regia di Saverio Marconi (2004-2005), Alberta Izzo (2005-2006), Davide Calabrese (2006-2007) e Massimo Romeo Piparo (2014-2015).
“Esistono persone che preferiscono le parole di Austriaci che cantano a quelle di Nazisti che minacciano”.
Il regista sa sfruttare al meglio la musica, le immagini e le interpretazioni artigianalmente di gran lunga più realistici e suggestivi dell’odierno CGI e offre come risultato un prodotto che sa divertire, emozionare e commuovere facendo riscoprire – parole della stessa Andrews nel documentario presente nella edizione “30 anniversario” 2 DVD – il potere curativo della musica e della natura. Riscoprire quei valori imprescindibili (amore, famiglia, libertà) perennemente calpestati da una realtà, mai come adesso e tragicamente, in degrado totale corrotta dalla paura e dall’ignoranza rispolverando Classici immortali figli della vera cultura è la via giusta per andare avanti se il cuore e la mente non si sono e non si vogliono inaridire di fronte ad un presente difficile e ancora si commuovono nel riascoltare il commovente congedo dei protagonisti del film:
“Edelweiss, edelweiss, una stella di neve
Edelweiss, edelweiss, non c’è fiore più lieve.
La nostra patria ha un emblema in te
Tu sei il nostro fiore.
E tu sai, edelweiss
cosa abbiamo nel cuore”.
CLASSICO IMMORTALE DA RISCOPRIRE.