“Harry Potter e i Doni della Morte – parte 1”: l’inizio della fine, on the road

di Vittorio Paolino Pasciari

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (Harry Potter and the Deathly Hallows – Part 1) è un film di genere fantasy-avventura-drammatico del 2010 diretto da David Yates, settimo e penultimo capitolo della saga omonima (2001-2011) prodotta da Warner Bros a sua volta trasposizione cinematografica dei romanzi scritti da J. K. Rowling e basato sulla prima parte (capp. 1-24) del settimo romanzo che conclude la saga ufficiale del maghetto di Hogwarts. Il film vede Yates per la terza volta regista – dopo aver diretto i capitoli precedenti Ordine della Fenice (2007) e Principe mezzosangue (2009) – assieme allo sceneggiatore Steve Kloves, già presente in tutti i film tranne Ordine della Fenice, seguiti dai produttori esecutivi David Heyman e David Barron assieme, per la prima volta, alla stessa J. K. Rowling.

Partendo da un budget di circa 175 milioni di euro la pellicola ha ottenuto un incasso globale di circa 960 milioni di dollari risultando un successo al botteghino. Terzo film della saga per incasso e inserito al 13o posto nella classifica dei film con maggiori incassi nella storia del cinema, ha ottenuto il plauso della critica con il 77% di recensioni professionali positive sul sito Rotten Tomatoes ed il punteggio di 65/100 su Metacritic. Fra i riconoscimenti sono da annoverare due nomination agli Oscar 2011 (migliori effetti speciali e miglior scenografia)  e altre due ai BAFTA (miglior trucco e migliori effetti speciali) dello stesso anno.

Confermata è la maggior parte del cast dei primi sei film (le recensioni qui) con delle new entry: i giovani Daniel Radcliffe (Harry Potter),  Rupert Grint (Ron Weasley), Emma Watson (Hermione Granger), Tom Felton (Draco Malfoy), Matthew Lewis (Neville Paciok), James e Oliver Phelps (Fred e George Weasley),  Bonnie Wright (Ginny Weasley),  Evanna Lynch (Luna Lovegood), Devon Murray (Seamus Finnigan), Clémence Poésy (Fleur Delacour) e Harry Melling (Dudley Dursley) sono affiancati dagli attori affermati   Ralph Fiennes (Lord Voldemort), Alan Rickman (Severus Piton),  Michael Gambon (Albus Silente), Jason Isaacs (Lucius Malfoy), Helena Bonham Carter (Bellatrix Lestrange), Helen McCrory (Narcissa Malfoy), Imelda Staunton (Dolores Umbridge), Timothy Spall (Peter “Codaliscia” Minus), Robbie Coltrane (Rubeus Hagrid),  Brendan Gleeson (Alastor Moody),  David Bradley (Remus Lupin),  Natalia Tena (Ninfadora Tonks), George Harris (Kingsley Shacklebolt), Julie Walters  (Molly Weasley), Mark Williams (Arthur Weasley), Richard Griffiths (Vernon Dursley), Fiona Shaw (Petunia Dursley) e John Hurt (Olivander) con l’aggiunta di Bill Nighy (Rufus Scrimgeour), Domhnall Gleeson (Bill Weasley), Andy Linden (Mundungus Fletcher), Rhys Ifans (Xenophilius Lovegood), Dave Legeno (Fenrir Grayback), Nick Moran (Scabior), Peter Mullan (Corban Yaxley), Sophie Thompson (Mafalda Hopkirk), David O’Hara (Albert Runcorn), Jamie Campbell Bower (Gellert Grindelwald), Warwick Davis (Unci-Unci), Michelle Fairley e Ian Kelly (madre e padre di Hermione Granger) più le voci di Toby Jones (Dobby) e Simon McBurney (Kreacher).

TRAMA   Inghilterra, fine XX secolo. L’ormai diciassettenne mago Harry Potter è diventato il simbolo della speranza del mondo magico di fronte all’avanzata di Lord Voldemort e dei suoi Mangiamorte. Con l’uccisione di Albus Silente, anziano preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, ed in seguito all’eliminazione del corrotto Ministro della Magia Rufus Scrimgeour, il Signore Oscuro ha praticamente esteso il suo temibile dominio sul mondo dei maghi e sta procedendo alla sottomissione e allo sterminio dei ribelli maghi, umani/babbani e mezzosangue. Ma fra le sue ambizioni e Voldemort si frappone un altro ostacolo: la sua bacchetta, in quanto ‘gemella’ a quella di Potter, non potrà mai uccidere il giovane mago, pertanto il Signore Oscuro è deciso a cercarne una più potente per eliminare definitivamente il giovane nemico. Nel frattempo Harry, pienamente e amaramente consapevole di essere l’unico in grado di fermare Voldemort, ancora in preda ai tormenti interiori legati alle ultime perdite affettive e nel disperato ed eroico tentativo di limitare le prossime, si avvia a compiere la missione affidatagli dal defunto professor Silente: trovare e distruggere gli Horcrux, oggetti/esseri viventi in cui Voldemort ha racchiuso pezzi della sua anima ottenendo finché essi sono intatti l’immortalità. Due di questi horcrux sono già stati distrutti in passato, e ad aiutare il mago adolescente nel difficile e tortuoso viaggio alla ricerca di quelli che restano ci saranno ancora  i suoi migliori amici, Hermione Granger e Ron Weasley. Fra nuove e sconvolgenti rivelazioni che minano le amicizie più solide, spettacolari inseguimenti e scontri magici fra i Mangiamorte e la resistenza rappresentata dai membri dell’Ordine della Fenice LO SCONTRO FINALE FRA LUCE E OSCURITÀ HA INIZIO! 

ANALISI   Fin da subito, attraverso un’azione che scorre veloce, lo spettatore viene introdotto in quelli che si preannunciano i punti di forza del capitolo conclusivo. Il regista si concentra sui tormenti interiori del giovane protagonista e sulla suggestione di un’atmosfera cupa in cui il thriller gotico tocca l’horror. Il mago diciassettenne affronta con sofferta consapevolezza il destino di essere simbolo di resistenza e allo stesso tempo causa di eroico sacrificio per chiunque lo sostenga. Le difficoltà che caratterizzano la missione affidatagli per la sconfitta del nemico sono la miccia per riaccendere dubbi e tensioni che ancora una volta mettono a dura prova l’amicizia più sincera. Inseguimenti e duelli spettacolari a suon di incantesimi sono ridotti al minimo e rallentati da brevi intervalli per descrivere ascesa e dominio delle forze oscure sul sistema rivolto all’eliminazione fisica e psicologica della minima ma irriducibile Resistenza. Nuove, intriganti e sconvolgenti rivelazioni, un breve ma essenziale spazio concesso all’amore adolescenziale in fase di crescita, qualche elemento comico e una nuova, eroica e tragica perdita affettiva verso la fine arricchiscono e movimentano una trama riduttiva rispetto alle pagine ma più che soddisfacente come primo tempo del finale di una saga che garantisce emozioni e intrigo.

“Un bellissimo posto dove stare, con gli amici! Dobby è felice: è con il suo amico Harry Potter.”


MAGIA E CRESCITA
   Il settimo ed ultimo romanzo della saga fantasy Harry Potter ambientata negli anni ’90 del XX secolo e scritta da J. K. Rowling, Harry Potter e i doni della morte (Harry Potter and the Deathly Hallows), esce il 21 luglio 2007 ed in Italia viene pubblicato il 5 gennaio 2008 dall’editore Salani, traduzione di Beatrice Masini con illustrazioni di Serena Riglietti. Tradotto in 77 lingue – tra cui latino e greco antico – è uno dei libri più attesi in tutto il mondo e batte tutti i record: con 11 milioni di copie vendute in 24 ore solo in USA e UK fino a 72 milioni in tutto il mondo nel primo fine settimana diventa il libro più venduto e la più popolare opera nella storia dell’editoria.

Il primo dei due film tratti dal libro ripercorre le vicende dei capitoli 1-24: la graduale conquista del potere nel mondo magico da parte di Voldemort, le azioni clandestine dell’Ordine della Fenice come Resistenza alle forze dell’Oscurità, il viaggio di Harry, Ron ed Hermione per trovare e distruggere gli horcrux e nuove ed importanti rivelazioni sul passato di Albus Silente. Come per i capitoli precedenti, la traduzione di Beatrice Masini è scorrevole anche quando si dilunga sul contesto ed è capace di concentrare in espressioni più che accessibili le emozioni, e soprattutto le tensioni che accompagnano le vicende dei giovani protagonisti fuggiaschi.

Esclusa dal contesto – solo qualche breve accenno almeno in questa prima sezione narrativa – risulta la Scuola di Hogwarts, e la narrazione procede per ambienti isolati esterni – città, boschi, coste, campagna – in stile on the road mantenendo una generale sensazione di cupa tensione perfettamente in linea con la corruzione e la paura che caratterizza una società dominata dal male che serpeggia e corrompe. La descrizione dell’ascesa dell’Oscurità in ogni branca del sistema politico e sociale risulta perfettamente bilanciata con la missione affidata ai tre maghi adolescenti. La crescente paura della repressione da parte di un governo corrotto si riflette nelle crescenti difficoltà che risvegliano nuove tensioni e gelosie che ancora una volta minano la più salda delle amicizie. Pochi ma immancabili elementi di romanticismo e comicità precedono nuove ed intriganti rivelazioni a loro volta precedute da nuove, eroiche e dolorose perdite affettive tese temprare definitivamente il tormentato animo del protagonista in vista dello scontro finale.

 

Il regista David Yates


UN FINALE
‘TAGLIATO’  Le riprese del settimo film della saga si sono svolte nel 2009, in concomitanza con quelle dell’ottavo e ultimo capitolo, ma già nella primavera 2008 la Warner aveva annunciato che il romanzo Harry Potter e i Doni della Morte avrebbe avuto, a differenza dei precedenti, una trasposizione divisa in due film. Tale scelta dovuta a ragioni di natura artistica ha avuto come conseguenza la ricerca di un cliffhanger, ovvero di un espediente narrativo a far da ponte ideale fra entrambi i film. Dopo aver vagliato quattro diverse proposte – parole dello stesso Yates – si è deciso di terminare il primo capitolo finale con il capitolo 24 del romanzo, ovvero con Voldemort che sottrae la bacchetta di Sambuco dalla tomba di Silente. Per meglio comprendere questa scelta indicative sono le parole del produttore David Heyman:

“Eravamo indecisi fra due diversi finali per il settimo film, e alla fine abbiamo scelto quello che ci è sembrato più emozionante, e secondo me più coraggioso, nel senso che non è quel che si aspetta la maggior parte degli spettatori. Volevamo dare un senso di compiutezza, da un lato, ma anche l’idea che la storia non si concluda così. Abbiamo fatto qualche prova, ma poi Steve ha proposto un finale diverso, che ci è sembrato quello giusto.”

Lo sceneggiatore Steve Kloves ha deciso di narrare la storia dal punto di vista di Harry Potter e scegliere un contesto di genere road movie con i protagonisti obbligati a spostarsi continuamente da un luogo all’altro mentre il luogo per antonomasia dei capitoli precedenti, Hogwarts, viene a stento citata una sola volta. Come per quella di dividere in due film il libro, così anche la scelta della sceneggiatura ha comportato delle novità che fanno storcere il naso ai fan dei libri: tagli e integrazioni ancora maggiori rispetto alle pagine per concentrarsi su determinati argomenti e rendere ognuno dei due capitoli autosufficiente come film.

Le interpretazioni più che collaudate si dimostrano capaci anche solo con silenziosi primi piani di riflettere i dubbi ed i tormenti interiori che dalle tensioni esplodono in veri conflitti tipici della piena adolescenza. La scelta di un contesto più aperto – mai come adesso – agli esterni che lascia poco spazio agli interni mantiene la suggestione di un gotico che a tratti tocca il vero horror. La spettacolarità degli effetti speciali ravviva inseguimenti e duelli magici qui ridotti al minimo per dare più spazio all’introspezione. Tutti gli elementi su cui punta Yates possono far storcere il naso sia ai lettori fedeli alle pagine che non amano troppi tagli sia ai cinefili dotati di mente acuta che non possono esimersi dal percepire buchi narrativi che avrebbero richiesto maggior attenzione.

Ma ancora una volta può aiutare considerare il film per quello che appare nelle intenzioni della produzione: un teso primo tempo di capitolo conclusivo che vuole – e ci riesce pienamente – porre l’attenzione sulle tensioni che, in vista dello scontro finale, forgiano e temprano un’amicizia che ormai sembrava consolidata ma che la vicinanza sempre più costante del male può sempre minare facendo riemergere dubbi e incertezze che sono alla base dell’età dei giovani protagonisti.

CUPO ED INTRIGANTE.

LA SAGA CONTINUA E SI CONCLUDE…

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