Ha rappresentato con il suo famoso gobbo di San Paolino sulla spalla l’immagine più famosa nel mondo della Festa dei Gigli recentemente, presente anche in molti musei internazionali. Il protagonista di tale figura iconica, il nolano Vincenzo Nappi, è venuto purtroppo a mancare improvvisamente a 62 anni nelle scorse ore a Nola, sua città natale, presso la quale risiedeva fin da piccolo.
“Il Giocondo”, questo il titolo che il fotografo Antonio Busiello aveva dato a tale foto, rappresentava un cullatore che mostrava la sua gobba. Grazie a tale foto, nel 2013 Busiello vinse la medaglia d’oro per la “Royal Photographic Society Print Exhibition.
Vincenzo Nappi, dipendente comunale, era un uomo taciturno, di poche parole, ma che andava fiero dell’enorme gobba che portava sulla schiena. Quel “callo” era frutto di una carriera trentennale da cullatore in quasi tutte le paranze nolane. Il primo debutto fu nell ’84 con la paranza Stella. L’escrescenza sulla sua schiena veniva mostrata da Vincenzo con molto orgoglio poichè era considerata un dono del Santo, nonostante comportasse fastidi alla postura e dolori reumatici. Per Vincenzo portare il Giglio era un segno di devozione anche se questa pratica conduceva alla deformazione del suo corpo.
Per chi non è di Nola, bisogna sapere che la gobba dei cullatori rappresenta un vero e proprio vanto dei nolani che dimostrano così la loro devozione e sacrificio fin dalla tenera età. In alcuni casi l’eccessiva crescita della “gobba di San Paolino” determina delle infiammazioni che vanno eliminate tramite l’intervento chirurgico. Vincenzo non si era mai operato perché era orgoglioso del “callo” in quanto negli anni gli ha dato la forza non solo di cullare ma lo ha sempre considerato un dono del Santo pertanto chi ha fede non può privarsene.
Tutte le mattine, prima di andare al lavoro, pregava per San Paolino accarezzando quella “gobba” che, nonostante la sua estensione, non gli pesava, anzi lo rendeva più agile. In genere, anche se molti cullatori si sottopongono a intervento chirurgico, ritornano sotto il giglio nolano. Ad appesantire il loro sforzo fisico sono soprattutto i bambini e i musicisti che saltano sugli obelischi e vengono trasportati fino a Piazza del Duomo. Busiello, durante la sua visita a Nola, ammirò in Vincenzo la mancanza di vanità. In un’epoca storica dove la maggior parte delle persone vive nell’ossessione dell’estetica e della forma perfetta, Vincenzo si immolava in nome della religione e della tradizione.
Condoglianze alla famiglia Nappi per la prematura scomparsa del caro Vincenzo da parte di tutta la redazione.