E’ stata fondata da poco ma è già attiva in 5 gruppi, l’associazione di volontariato “Noi Polizia” è nata dall’esigenza di fornire aiuto lì dove le amministrazioni non riescono, o non vogliono, arrivare. Formata da poliziotti e da cittadini di ogni ceto sociale, l’associazione ha come obiettivi quello di lavorare nel sociale, fornire protezione civile, ma soprattutto fornire aiuti alle vittime delle violenze domestiche. La legge 119 del 2013 contempla i casi di violenza domestica e impone alle amministrazioni, provinciali, regionali e/o comunali, di fornire le strutture adatte all’accoglienza delle vittime, offrendo cure anche psicologiche. Purtroppo nel circondario l’unica casa famiglia che può accogliere le donne vittime e i loro figli è solo ad Acerra, mentre nel territorio sono presenti solo sportelli. Obiettivi di primaria importanza per l’associazione sono, quindi, costruire una casa famiglia e fornire aiuti sia psicologici che materiali alle vittime e ai loro figli.
“E’ una problematica che ci coinvolge molto, il nostro compito è aiutare queste persone sia nell’orario di lavoro che al di fuori e cerchiamo di farlo anche con poche risorse a disposizione con quante più persone vogliano aderire al progetto dell’associazione” afferma il presidente Gennaro Sannino, ispettore capo della Polizia di Stato.
Prossimamente l’associazione, che si autofinanzia, diverrà una ONLUS ma il progetto di crescita non si fermerà in questo punto. Sono di vitale aiuto tutti i professionisti e tutte le persone che vogliono dare una mano, a Nola inoltre è già attivo uno dei 5 gruppi. Nei prossimi mesi è in programma una peculiare e importantissia campagna di sensibilzzazione, sia nelle scuole che negli istituti accreditati, a breve infatti verrà organizzato un seminario presso l’Istituto Sant’Agnello di Nola. Sensibilizzare in questo caso non vuol dire solo avvicinare la gente alla questione ma, con questa campagna, l’associazione vuole soprattutto smuovere quelle barriere morali, forse e soprattutto costruite sulla paura, che fanno si che i reati non vengano nè denunciati nè trattati dalle vittime, così come dai testimoni, che possono essere a volte anche parenti o vicini di casa.
Spesso l’arma più letale è l’indifferenza e la miglior difesa non può che essere, appunto, la collaborazione, l’aiuto che qualcuno può dare ai bisognosi in modo incondizionato; “noi” è sempre più forte di “tu”.
di Nello Cassese