La Polizia di Stato di Torino ha eseguito delle perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese nei confronti di 4 indagati per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Si tratta di un uomo di 57 anni, addetto ad attività di vigilanza privata, (già esponente del Fronte Nazionale e di Casapound), di due dipendenti presso società di lavorazioni meccaniche, di 37 e 46 anni, e di un pensionato di 62 anni, tutti residenti nella provincia di Torino.
Durante le perquisizioni, i poliziotti della Digos della questura e del Compartimento polizia postale Piemonte hanno sequestrato, oltre a diversi supporti elettronici, numerosi indumenti, fibbie, elmetti, berretti, foulard, bandiere, medaglie, crest, timbri, distintivi, adesivi, fotografie, manifesti e quadri con simbologie nazifasciste, nonché una carabina ad aria compressa (classificata arma comune da sparo) e un macete illegalmente detenuti.
Durante la perquisizione informatica di un computer è stato rinvenuto anche materiale pedopornografico. L’attività rappresenta la seconda tranche di un’indagine già avviata dalla Digos di Torino nell’inverno 2020, su input della Direzione centrale della polizia di prevenzione, nei confronti di altri due militanti d’area, uno di 43 anni, agente di vigilanza privata, l’altro di 39 anni, guardia particolare giurata, denunciati anche loro per aver pubblicato sui profili Facebook immagini e frasi dal contenuto nazista, razzista e antisemita.
Dall’analisi dei contenuti multimediali trovati nei supporti informatici sequestrati durante la perquisizione eseguita il 4 dicembre 2020 nelle abitazioni dei primi due indagati, sono state rilevate anche diverse chat su Telegram e Whatsapp dove gli internauti comunicavano fra loro sempre inneggiando al nazismo, al razzismo ed all’antisemitismo.
Nelle chat sono state anche esaltate alcune gravi azioni violente poste in essere nei confronti di stranieri, come quella messa in atto a Macerata nel febbraio 2018 da Luca Traini, che con una pistola ferì gravemente sei cittadini extracomunitari, e a Marsala nell’autunno del 2020, quando vennero arrestate tre persone che durante l’estate dello stesso anno avevano effettuato raid violenti contro inermi cittadini di colore senza alcun motivo apparente.
Su quest’ultimo episodio gli indagati si esprimevano con frasi di questo tenore: “hai sentito a Marsala?… bravi ragazzi… che dire… ONORE a voi…Liberi subito!”.