Il mito del napoletano mangiatore di pasta e pizza, risale all’800, ed è stato alimentato dalle storie raccontate dagli scrittori e dai film.
Indimenticabile la scena di “Miseria e Nobiltà” in cui uno straordinario Totò, mangiava la pasta con le mani e se la nascondeva anche nelle tasche
In realtà, napoletani erano in origine dei mangiatori di verdure.
Infatti, nel 500 erano soprannominati mangiafoglie.
La loro alimentazione era a base di verdure, perché, dedicandosi principalmente alla lavorazione della terra, ne mangiavano i frutti
Tra tutte, le verdure che prediligevano erano delle infiorescenze non ancora aperte delle rape.
Un cibo povero dunque, che la fantasia napoletana trasformò in un cibo dal sapore unico
La preparazione delle cime di rapa consisteva, prima nella ripulitura ossia nella eliminazione di tutte le parti non utilizzabili. Venivano conservate solo le foglie più tenere e qualche gambo .
Poi queste verdure venivano fritte nella sugna , successivamente nell’olio d’oliva, e acquistando sapore, presero il nome di friarielli.
Oggi, i friarielli, vengono cucinati, oltre che con l’olio, anche con l’aglio e il peperoncino e sono accompagnati dalle salsicce.
I napoletani smisero di nutrirsi esclusivamente di verdure solo quando i prodotti della terra non bastarono più per dar da mangiare a una popolazione che via via diventava sempre più numerosa, e allora si diffuse l’uso della pasta .
E i napoletani da mangiafoglie, vennero soprannominati “mangia maccheroni”
Ciò avvenne intorno all’800.
In questo periodo storico furono tanti i visitatori stranieri, che venivano a Napoli e che erano colpiti dalla fantasia che il popolo di Napoli metteva in ogni sua attività o espressione.
Come per esempio, i numerosi venditori ambulanti che andavano in giro per i vicoli della città e presentavano i loro prodotti in maniera divertente e acrobatica.
Il loro modo di fare ammaliava il visitatore di passaggio e nell’immaginario collettivo degli stranieri Napoli veniva sempre più identificata con questi stravaganti personaggi, che di solito vendevano pasta .
Nella memoria che è stata diffusa in tutto i mondo, il cibo che identificava Napoli, proprio per il modo pittoresco in cui veniva presentato, divenne la pasta
E sul rapporto napoletani-pasta si crearono leggende ancor oggi vive