“Le parole e le azioni inequivocabili portate avanti, in queste settimane, dall’Arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia contro i simboli ed i codici della camorra e della corruzione rappresentano una novità assolutamente importante ed incoraggiante per la Napoli onesta e positiva. Allo stesso tempo, però va registrato un imbarazzante silenzio di fronte alle parole di sprono, e agli appelli all’unità dei giusti, pronunciate, in più occasioni, dal capo della chiesa
partenopea. Dove sono finiti gli intellettuali, la società civile e i tanti rappresentanti istituzionali coloro che dovrebbero contribuire ad aiutare Napoli a liberarsi della camorra? L’appello di don Battaglia non è rivolto solo alla Chiesa e ai suoi fedeli, bensì a tutti i cristiani e all’intera comunità, alla città. Proprio mentre si insediava il nuovo Vescovo in città, abbiamo dovuto prendere atto, purtroppo, che personalità della cultura, delle professioni, del sociale e perfino chi ricopre cariche pubbliche hanno, invece, ritenuto giusto firmare, addirittura, un manifesto a difesa di un murales sdoganando così la pericolosa subcultura. di cui parla don Battaglia, che si nutre di simboli e codici criminali”. Lo afferma in una nota Luigi Cuomo, presidente dell’associazione “Sos Impresa”, impegnato da anni nella lotta al racket e all’usura.
“La strada che abbiamo davanti è molto lunga e soprattutto difficile – sottolinea – se non stiamo tutti, in modo convinto ed operativo, dalla stessa parte senza se e senza ma. Purtroppo, oggi, invece, non è così. Ci sono troppi che remano contro, altri che fingono di non vedere e affollano la schiera degli indifferenti”. “Questo è il terreno fertile dove mette radici e s’irrobustisce la gramigna criminale – denuncia Cuomo – ce lo dimostra l’ultima inchiesta delle forze dell’ordine e della magistratura napoletana che certifica come ancora tanti commercianti pagano in silenzio il pizzo e s’inginocchiano perfino davanti all’altarino del baby boss”.
“I successi repressivi e investigativi – aggiunge il presidente di Sos Impresa – sia contro gli estorsori sia per l’abbattimento dei simboli della camorra non trovano quasi mai il plauso pubblico, anzi rischiano di restare isolati e depotenziati di fronte all’indifferenza della distratta opinione pubblica, della classe dirigente della città e di chi, nel frattempo, è impegnato a sottoscrive improbabili manifesti di solidarietà ed incertezze filosofiche”.