Per ricordare i 20 anni dalla morte di Massimo Troisi, è stato presentato, restaurato in digitale:
“Il postino”, l’ultimo film di cui Massimo Troisi fu protagonista, nel ruolo del postino di Neruda.
Il film, diretto da Michael Radford(vincitore del premio Oscar per la miglior colonna sonora) e di molti altri premi internazionali, ha lasciato un segno indelebile dell’arte di Troisi, che sapeva far ridere e anche emozionare fino alla commozione.
Commosso è il ricordo di Maria Grazia Cucinotta, lanciata proprio dal film “il postino”:
“Avevo appena 24 anni quando venni scelta per interpretare il ruolo di coprotagonista insieme a Troisi, e non sapevo recitare, portai sulla scena me stessa, i miei ricordi di mio padre, postino, come il personaggio del film.
Quel film fu la mia favola. Non sarò mai abbastanza grata a Troisi per avermi dato quell’opportunità che ha aperto poi le porte della mia carriera”.
Ma ciò che lega la Cucinotta a Troisi e al film “Il postino”, è un motivo che va aldilà della celebrità.
Perché in quel film c’è dentro la ricchezza della sincerità di un percorso cominciato così per caso, senza troppe aspettative, perciò vissuto con l’ingenuità acerba dei sogni più belli e indimenticabili della giovinezza.
Ancora adesso quando l’attrice pensa a quei momenti, rivivendo quei ricordi nitidi e freschi, confessa che un giorno le piacerebbe raccontare da nonna ai suoi nipoti: “ C’era una volta, questa è la mia favola”.
Quella favola che Troisi le regalò per sempre.
Qualche giorno prima, il nipote di Troisi, Stefano Veneruso, aveva annunciato la realizzazione di un film: “Da domani mi alzo tardi” ispirato alla vita dello zio, scritto da Anna Pavignano