Ha fatto già scalpore la considerazione schietta fatta dal premier Draghi in conferenza stampa sul presidente turco Erdogan all’indomani del “Sofagate“ (l’accoglienza riservata in Turchia alla presidente della Commissione Europea Von der Leyen costretta a sedersi lontano dal presidente del Consiglio Europeo Michel e Erdogan su un divano, ndr). Durante la conferenza per parlare di riaperture e vaccini, Draghi ha risposto a diverse risposte e spesso anche con pathos non da burocrate. In questa occasione è stato molto meno diplomatico di quanto invece lo è stato in Libia dove ha parlato di “considerazione soddisfacente della gestione migranti” ed ha puntato il dito contro il presidente turco.
“No, non condivido assolutamente la posizione del presidente Erdogan – ha affermato Mario Draghi – Non lo ritengo un comportamento appropriato e mi dispiace moltissimo per il comportamento riservato alla presidente Von der Leyen. La considerazione da fare, quindi, è che con questi dittatori, chiamiamoli per quel che sono, di cui però si ha bisogno per collaborare, uno deve essere franco per esprimere la propria diversità di vedute sulla società e di comportamenti e deve essere pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese. Bisogna trovare un equilibrio giusto“. Non si è fatta attendere la risposta della Turchia che ha convocato l’ambasciatore italiano per avere spiegazioni.