Rigenerare, riqualificare, migliorare i centri abitativi integrando il passato ed il moderno

di Redazione Zerottouno News

Non è possibile far ritorno là dove si è stati da adolescenti, perché certi posti sono radicalmente cambiati , là dove si è stati cosi bene, tanto da desiderare di ritornarci ancora. Ed ecco che la fantasia si diverte a far rivivere il passato attraverso ricordi e segnali che testimoniano il loro trascorso.

Volgere lo sguardo al passato vale a dire che stiamo facendo dei passi avanti per costruire un futuro migliore, un mondo sempre più a misura d’uomo nel rispetto delle regole e della tutela dell’ambiente. Sembra una contraddizione pensare che l’innovazione possa identificarsi con un ritorno al passato ma ciò è possibile quando il cambiamento marcia  al passo con l’evolversi degli eventi storici.

E’ questa la sfida: “integrare il vecchio con il nuovo”. Il rinnovare significa saper leggere il passato per costruire in modo diverso, con la scorta di nuovi mezzi e moderne tecnologie. Abbiamo bisogno del passato per capire gli errori che sono stati commessi; nonostante tante discordanze e deviazioni abbiamo l’obbligo di un confronto per poter migliorare le condizioni di vita .

La riqualificazione urbana, sia essa riferita ad un quartiere urbano, ad una periferia degradata, ad una piazza, ad un giardino o un singolo fabbricato,  può cambiare positivamente l’aspetto dei luoghi e le abitudini delle persone che ivi vi vivono. Non sempre però si può consolidare e salvaguardare un edificio o un intero quartiere,  a volte è impossibile recuperare un tessuto urbano scalfito dal tempo o sanare una struttura edilizia cadente e decrepita. Le situazioni degradate sono complicatissime da recuperare perché implicano scelte economiche spesso onerose e non convenienti, i materiali soggetti al naturale invecchiamento non sempre possono interagire con nuovi preparati per cui si  rischia in certi casi di provocare  anche grossi danni come decadimenti prestazionali e guasti insanabili.

Intervenire sull’esistente, significa andare ad agire in termini di riparazioni e ripristino del costruito cercando di conferire una maggiore qualità, sia dal punto di vista dell’efficienza relativa agli impianti che alle strutture antisismiche finalizzate alla sicurezza ed al rispetto ambientale, cercando nel contempo di non snaturare l’essenza propria dello stile, sia di un quartiere che di un singolo fabbricato .

Non sempre, però, tali interventi risultano efficienti e nonostante scelte progettuali con operazioni chirurgiche costosissime, spesso questi interventi producono un duro impatto ambientale alterando i fattori antropici, naturalistici, paesaggistici ,architettonici e nel tempo producono ripercussioni negative anche dal punto di vista economico.

Ciò significa fare delle scelte. La riqualificazione di un edificio fatiscente, dobbiamo intenderla  anche mediante una incisiva trasformazione edilizia con interventi di demolizione e ricostruzione per evitare inutili ed inefficienti dispendi economici.

Piuttosto che tamponare le ferite e veder poi morire il fabbricato decadente è talvolta preferibile farlo rinascere sotto altre spoglie, in modo che possa  ricordare la sua storia con le sue radici anche attraverso il recupero di singoli elementi architettonici .

Il nostro paese ha bisogno di innovazione in tutti i settori , ha bisogno di fonti energetiche alternative, non a caso detiene il primato negativo di essere il primo tra i paesi europei per dispendio di energie legate alla caratteristica dei propri fabbricati. Il  nostro “bel paese” detiene il record di avere un patrimonio storico ed artistico unico al mondo, molto ricco per la sua storia, per l’archeologia, per l’architettura, per il paesaggio, per la cultura.

Ovunque troviamo tracce del passato, di civiltà, sparse in tutte le città italiane, dalla capitale fino alla masseria di campagna .

Ed ecco che la nostra sfida “l’integrazione tra vecchio e nuovo” deve entrare in azione.

Bisogna far rivivere o recuperare ciò che è possibile , anche il semplice pozzo, forno e lavatoio, nel progettare bisogna riproporre gli elementi costruttivi che possono far ricordare la storia di un palazzo, la pietra in tufo, il ferro battuto, il portale, l’androne, il marmo, il cornicione in stile, le arcate, il loggiato, il porticato, la corte.

Con una attenta analisi preventiva sull’esistente basata sulla documentazione storica possiamo comprendere le geometrie ed i valori spaziali di un  fabbricato; in tal modo tutto quello che rappresentava la socialità di un tempo può essere riordinata con nuovi spazi, capaci di portarci indietro nel tempo e farci rammentare quando si celebravano  le feste contadine, quando nelle celle si conservavano le scorte agricole, quando i carri trainati da buoi rientravano dai campi dopo una giornata di lavoro.

Entriamo così in una dimensione temporale, spaziale, visiva, emotiva dei luoghi della memoria, nuova e avvincente.

Ecco il motivo per cui possiamo andare avanti con uno sguardo rivolto al passato.

Arch. Carmine De Micco

 

 

 

 

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