Le luci della ribalta si sono spente da una settimana sul teatro Ariston di Sanremo, ma come ogni anno il Festival continua ad essere protagonista nei vari programmi televisivi nazionali, che ne esaminano ogni aspetto anche dopo la sua conclusione. Quest’anno, più che mai, Sanremo, giunto alla 71esima edizione, rappresentava un’evasione dalla difficile realtà che stiamo vivendo, dalla costante preoccupazione che ci assale, da quelle mura di casa che ci sono diventate ormai strette. È risultato innovativo, diverso, non solo per la mancata ma necessaria partecipazione del pubblico all’Ariston, ma anche per i vincitori, i Maneskin, che hanno portato il rock alla vittoria, e le trasformazioni di Achille Lauro, ospite fisso durante tutte le serate, che hanno destato scalpore, essendo state considerate blasfeme da qualcuno.
Se sono stati tanti i passi avanti, tanti sono ancora quelli falsi, soprattutto per quanto riguarda le differenze tra uomini e donne. Non sono state poche le critiche per l’assenza di una prima donna fissa nella sua conduzione e per la correzione di Beatrice Venezi, che ha chiesto di essere chiamata direttore e non direttrice d’orchestra. Quello che più ha marcato l’aria di non cambiamento, in questa direzione, è stata la mancanza dei fiori (simbolo della città di Sanremo) per gli uomini, un gesto semplice e banale, che però avrebbe significato molto. Tutto ha avuto inizio quando Francesca Michielin, durante la serata delle cover, ha preso il suo mazzo di fiori ed ha espresso il suo desiderio di volerli dare a Fedez, con il quale partecipava insieme alla competizione. Da lì, sui social molti si sono dimostrati favorevoli con questa iniziativa e si è aperta la polemica sul non darli agli uomini. Durante la conferenza stampa era stato annunciato che, nell’ultima serata, anche agli uomini sarebbero stati dati i fiori, ma non è stato così; l’impegno preso, infatti, non è stato rispettato per tutti i concorrenti.
Infine, sulle tematiche riguardanti il mondo femminile, si è espressa anche Barbara Palombelli. Il suo discorso è stato un mix tra il proprio vissuto, la propria gavetta e la sua personale lotta per i diritti delle donne. Ha esortato così le ragazze a continuare a lottare per i propri diritti:
Erano gli anni 70 e oltre a lavorare bisognava lottare per i diritti, perché voi ragazze, voi donne giovani i diritti li avete trovati già fatti, e noi invece li abbiamo dovuti costruire anche andando in piazza. Adesso tocca voi a difenderli, però con quel sorriso determinato che sapete di avere. Ragazze, la chiave del futuro è in queste parole: ribellatevi sempre. Tanto non andremo mai bene, ci criticheranno sempre, ci umilieranno, ci metteranno le mani addosso, non saremo mai perfette, non andremo mai bene ai mariti, padri, fratelli”
Un discorso non accettato da tutti, perché sì, è vero che tanti sono stati i diritti conquistati, ma la strada è ancora lunga, soprattutto per sradicare una cultura maschilista che è ancora fortemente presente nella nostra società. Non c’è bisogno di chissà quale gesto plateale, basta cominciare a trattare con maggiore rispetto le donne ed effettuare delle correzioni volte a cancellare le disuguaglianze tra i due sessi, magari iniziando proprio dai piccoli gesti: dare al prossimo festival di Sanremo i fiori anche agli uomini sarebbe già un primo passo.