O pazzariello, era un mestiere ambulante esercitato da chi, senza lavoro, per guadagnare un po’ di soldi, si vestiva in maniera carnevalesca, indossando un abito da Generale Borbonico, dai colori sgargianti, con in una mano un bastone e nell’altra mano aveva un fiasco di vino o prodotti di prima necessità /pane o pasta).
E camminava per i vicoli di Napoli, accompagnato dalla sua banda di suonatori, recitando e cantando filastrocche, ballando a ritmo della musica della sua orchestra, per pubblicizzare l’apertura di una nuova osteria o di un nuovo negozio d’alimentari, ai quali faceva pubblicità recitando questi versi:
“Attenzion…Battaglione…E’ uscito pazzo o padrone…E’ una brava persona….E’ padrone di una pasta di sostanza…quando l’avrete mangiata vi riempirete gli intestini e la panza…”.
I nuovi commercianti lo ricompensavano offrendogli qualche moneta
L’apparizione del pazzariello per le strade suscitava sempre una grande ilarità e coinvolgimento di persone, che si fermavano per vederlo passare
Questo mestiere si tramandava di padre in figlio.
Ma anche quando cessò di essere un mestiere, questa figura si radicò nella sensibilità partenopea e divenne simbolo di qualcosa che veniva annunciato con allegria .
Infatti anche dopo gli anni 50, negli anni più recenti, non era insolito rivedere o pazzariello che animava con le sue spettacolari apparizioni, le strade popolari di Napoli, magari anche per colorare con lo spirito della festa, la quotidianità .
Ancora adesso, infatti, nella lingua napoletana, con il termine pazzariello ci si riferisce a una figura divertente, portatore di allegria con la sua vitalità e il suo irrompere all’improvviso per spezzare i ritmi abitudinari
Per avere un’idea di chi era o pazzariello, basta rivedere il film di Vittorio De Sica: “l’oro di Napoli”, dove il personaggio di o pazzariello fu magistralmente interpretato da Totò.