Point Break – Punto di rottura (Point Break) è un film di genere azione-thriller-avventura del 1991 diretto da Kathryn Bigelow il cui titolo si riferisce ad un termine del gergo surfistico. Gli interpreti principali del film sono Keanu Reeves (Johnny Utah), Patrick Swayze (Bodhi), Gary Busey (Angelo Pappas), Lori Petty (Tyler Endicott), John C. McGinley (Ben Harp), James LeGros (Roach) e Lee Tergesen (Rosie). La pellicola ha ottenuto un notevole successo al botteghino: con un budget di 24 milioni di dollari ha raggiunto un incasso globale di circa 97 milioni. Fra i riconoscimenti si segnalano il premio “attore più attraente” (Keanu Reeves) agli MTV Movie & TV Awards. Del 2015 è un omonimo remake, diretto da Ericson Core e con interpreti principali Luke Bracey (Utah) e Édgar Ramírez (Bodhi).
“Vedi, il terrore provoca esitazione e l’esitazione causa lo sprigionamento delle tue peggiori paure.
È molto semplice: si mostra forza per evitare il conflitto. ”
TRAMA Contea di Los Angeles. Quattro stravaganti malviventi compiono rapine in banca indossando maschere di gomma raffiguranti i volti degli ex-presidenti USA Carter, Reagan, Nixon e Johnson. In tre anni la banda ha svaligiato 27 banche sempre con lo stesso modus operandi: senza sparare un colpo e sempre in un tempo di 90 secondi. L’FBI non riesce a venire a capo della faccenda e nessuno vuol dare credito alla teoria del detective Angelo Pappas, anziano professionista e veterano del Vietnam: la banda degli ex-Presidenti sarebbe costituita da surfisti che utilizzerebbero il bottino delle rapine per finanziare i loro viaggi in giro per il mondo in cerca delle onde maggiori. A Pappas viene affiancato il giovane Johnny Utah, ambizioso neopromosso agente ed ex giocatore di football, che avvalora la sua teoria e così le indagini si riavviano con il giovane che decide di infiltrarsi fra i surfisti per scoprire l’identità dei rapinatori. Con l’aiuto della bellissima Tyler, Johnny imparerà presto i fondamenti dello sport, oltre all’amore. Ma soprattutto, quando conosce il ribelle e carismatico Bodhi, con cui presto s’instaura una forte e reciproca stima, il giovane agente si troverà ad affrontare situazioni impreviste scoprendo oltre al culto del surf una verità scomoda, difficile da gestire, che culminerà in un epilogo avvincente ed inaspettato.
ANALISI L’azione scorre veloce ma lascia spazio alla descrizione dei caratteri. Da un lato c’è un poliziotto giovane ed ambizioso, ligio al dovere che trova l’occasione per fare carriera. Dall’altro uno spirito spavaldo e ribelle al sistema che in una condotta sul filo del rasoio estende il senso di estrema libertà concessa dal culto del surf. Il rapporto fra le due personalità conduce pian piano il primo a lasciarsi sedurre dal fascino di ciò che si prova in un singolo istante di vita a stretto contatto col pericolo. E quando la tragica realtà si manifesta senza sconti per ambo le parti è inevitabile arrivare al preannunciato punto di rottura che, in un rocambolesco e triste finale, sancisce il terribile prezzo che si deve pagare quando scegli di vivere senza limiti in nome di ciò che hai scelto di amare.
“Noi non ci battiamo per i soldi, noi ci battiamo contro il sistema, quel sistema che uccide lo spirito dell’uomo. Noi siamo l’esempio per quei morti viventi che strisciano sulle autostrade nelle loro infuocate bare di metallo, noi dimostriamo con la nostra opera che lo spirito dell’uomo è ancora vivo.”
CAVALCARE L’ONDA… Lo sport acquatico noto come surf consiste nel cavalcare un onda utilizzando un’apposita tavola planando lungo la parete dell’onda e restando in piedi sulla tavola. La prima fonte storica su questo sport la fornisce il diario di bordo del capitano James Cook (1728-1779), scopritore delle Hawaii (uno dei luoghi più noti per questo sport) nel 1778: descrivendo le imprese dei polinesiani, li descrive come persone che provavano un’immensa gioia nel farsi trasportare dalle onde cavalcandole a bordo di rudimentali tavole di legno.
Duke Kahanamoku
Hawaiano è il campione di nuoto Duke Kahanamoku (1890-1968), vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Stoccolma e di Anversa del 1920, che nel corso dei suoi viaggi agonistici introdusse il surf sulle coste di USA e Australia. Se Greg “Da Bull” Noll divenne il più famoso surfista del periodo ’50 – ’60 dell’ormai lontano XX secolo, la massima diffusione ed evoluzione dello sport a livello globale avvenne fra gli anni ’60 e ’70. Il surfista che ha vinto più titoli e competizioni in assoluto è Kelly Slater che nel 2011, a 39 anni, si è riconfermato per l’11a volta campione del mondo a livello professionistico.
… FINO ALLA FINE Con l’espressione point break si indica nel linguaggio dei surfisti il luogo, in genere un fondale roccioso, dove l’onda rompe progressivamente roteando attorno ad un punto (es. una punta di roccia) e consentendo la surfata solo da una parte, destra o sinistra. Nel film è chiaro il riferimento allo sport attorno a cui ruota la vicenda che va oltre oltre il genere poliziesco-thriller. Ma un occhio attento non può non notare l’estensione metaforica data al senso di “punto di rottura”. Chi si accontenta o è soddisfatto di uno stile di vita tranquillo che rispetta i canoni del contesto civile difficilmente può comprendere chi invece sceglie di seguire appieno uno spirito di indomabile libertà che la cosiddetta società civile non può che sopprimere declassandolo, superficialmente, a pazzia. Quando scegli una libertà che scorre sul filo del rasoio diventa inevitabile avvicinarsi ad una fine tragica perché, triste realtà, il sistema prima o poi finisce per schiacciarti. E se nemmeno davanti ad una resa inevitabile si rifiuta la sottomissione, non si può non capire l’ultimo gesto del poliziotto che nel finale non fa altro che rispettare la scelta, presa con coraggio e consapevolezza pieni, dell’irriducibile surfista (RIP Patrick Swayze).
“Io credo che neanche tu hai ancora capito il vero spirito del surf.
È uno stato mentale, dove prima ti perdi e poi ti ritrovi.”
CLASSICO PER CULTORI.