Risparmio e mercato: un “mare” di opportunità e tutele per i risparmiatori

di Vincenzo Frate

Immaginando la conoscenza del mondo della Finanza come uno straordinario viaggio, sicuramente il quadro normativo, per ratificare questo ambito, potremmo identificarlo come la nave con la quale navigheremo i mari del risparmio, frequentemente oggetto di tempeste abbastanza violente ed improvvise.

Il nostro transatlantico ha in varie normative europee il supporto della solidità del quadro normativo di tutela del risparmio. In seguito alle innumerevoli crisi che abbiamo avuto in questi ultimi anni, identificate in vario modo, che hanno visto pericolosissime curve di discese e risalite dei titoli finanziari, le Istituzioni nazionali ed europee hanno varato delle leggi a tutela dei risparmiatori. Queste normative hanno dato agli istituti finanziari e di credito presupposti di solidità economica che dapprima non erano così rilevanti. Le cosiddette normative di Solvency degli istituti hanno stabilito, tra le tante cose, i livelli minimi di capitalizzazione di ogni istituto con indicazioni di facili letture da parte degli investitori per comprendere questa capacità. In effetti, nonostante non si sia un addetto ai lavori, è facilmente intuibile che istituti con indici di solvibilità più elevati rappresentano istituzioni più solide, rispetto ad altri che hanno indici più bassi. Con questo criterio diventano più comprensibili le notizie inerenti ai cosiddetti stress test o la necessità di integrazione di capitali a seguito di svalutazioni di mercato che a vario titolo hanno interessato diverse istituzioni finanziarie sia italiane che europee. Quindi, a seguito di discesa sotto l’indice ideale di 100 % di solvibilità, gli istituti devono reintegrare il capitale per garantire a tutti gli investitori almeno la restituzione ipotetica degli asset investiti.

Dopo le normative a garanzia delle istituzioni sono state varate normative per la regolamentazione dei prodotti che vengono immessi sul mercato per la raccolta del risparmio: la cosiddetta normativa Mifid1 e 2 per regolamentazione dei prodotti finanziari e successivamente la IDD normativa a regolamentazione dei prodotti assicurativi.

Nella pratica si creano involucri di prodotto simili, regolamentati con diritti e doveri per investitori e gestori, differenziati nel contenuto del sottostante oggetto di investimento prerogativa del gestore. Questa omogeneizzazione dei cosiddetti strumenti dà all’investitore la possibilità di facile confronto tra le possibili offerte sul mercato, dove facilmente il confronto avviene per la sostanza dell’investimento, per la presenza di costi più o meno contenuti, di rendimenti percentuali più o meno performanti. Anche la tipologia del titolo e la finalità che si vuole perseguire con l’investimento sono state regolamentate per fornire ulteriori frecce nella faretra del consumatore investitore.

La normativa ha imposto la necessità da parte delle aziende di pubblicare, oltre alle necessarie condizioni contrattuali, altri strumenti di facile lettura dei contenuti del prodotto, un condensato della struttura aliena del prodotto con costi e rendimenti facilmente paragonabili tra di loro. È importantissimo conoscere le condizioni del contratto ma anche avere accesso a documenti da consultare in modo veloce e comprensibile, anche per chi non è particolarmente informato sulla materia. Strumento egualmente importante nei documenti preliminari agli investimenti sono i cosiddetti estratto conto, titoli dove annualmente viene comunicato agli investitori il rendimento del prodotto evidenziando anche i costi sostenuti, indicando chiaramente il rendimento netto dello stesso. Ovviamente si sono rafforzati anche gli organi pubblici che vigilano e sovrintendono sul mercato. Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, sotto l’egida del Ministero dell’Economia e Finanza, garantiscono il quadro giuridico normativo entro il quale gli operatori dei mercati si muovono.

L’albo professionale dei consulenti finanziari e i registri degli intermediari assicurativi hanno anche sancito il campo entro il quale si devono muovere gli intermediari che agiscono per conto delle aziende e che sono al servizio dei cittadini per aiutare gli stessi nelle decisioni di investimento. Questi albi, oltre a stabilire i criteri di accesso, nel contempo stabiliscono anche il criterio di permanenza nello stesso. Formazione iniziale ma anche aggiornamento professionale continuo, oltre a regole di comportamento quali correttezza, trasparenza e diligenza sono alla base di tutto l’operare di queste figure professionali sempre più presenti nel percorso di investimento dei cittadini italiani ed europei.

Si può dire che esiste un quadro completo di normativa a tutela dei consumatori che abbraccia tutta la filiera produttiva del mercato del risparmio gestito. Dalla fase iniziale, sulla verifica della solidità degli istituti finanziari, alla creazione di prodotti con caratteristiche comprensibili e paragonabili; dal rafforzamento di istituzioni pubbliche, da delegare al controllo del funzionamento del mercato, al rafforzamento di figure professionali sempre più orientate a servizi di consulenza per offrire un quadro complessivo del progetto di investimento del risparmiatore. Da aggiungere a tutto ciò la necessità di ogni singolo risparmiatore di informarsi e di formarsi su una tematica che sempre più accompagnerà la vita economica di ogni cittadino-risparmiatore.

Tornando al nostro immaginario viaggio nel mare del risparmio gestito, potremmo concludere affermando che le normative a tutela sono tante e danno tanti diritti ma è da sottolineare come anche gli operatori sul mercato stanno aprendosi a maggiore trasparenza con l’utilizzo della tecnologia a necessario corollario della auto-tutela del singolo investitore. Regole di comportamento chiare per tutti per gli operatori, per le istituzioni pubbliche, per le aziende del risparmio ma principalmente per i cittadini i quali sempre e ancor di più devono aumentare le proprie conoscenze per avere la libertà della scelta consapevole.

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