Gli inquirenti stnno cominciando a sbrogliare la matassa che c’è dietro l’esame per la cittadinanza italiana del calciatore Luis Suarez sostenuto in tempi di calciomercato. In quei giorni, si ricorda, voci di mercato davano per forte l’interessamento della Juve per il talento uruguaiano che, in quanto extracomunitario, non poteva però essere tesserato poiché non c’erano slot liberi per i non comunitari nella rosa bianconera. Gli inquirenti hanno definito quell’esame una “farsa” ed hanno indagato Fabio Paratici, dirigente della Juventus, e gli avvocati Luigi Chiappero e Maria Turco; sospesi e indagati anche la rettrice dell’Università per stranieri di Perugia, il direttore generale, un docente ed un membro della commissione d’esame.
Nelle carte anche la telefonata della ministra Paola De Micheli per mettere in contatto Paratici, suo amico di infanzia, con il capo di gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi. A tal proposito Paratici ha affermato a Sky: “Sono tranquillo, rifarei tutto se tornassi indietro, ho solo contattato una mia amica d’infanzia che sapeva più di me su quella materia“.
Per le autorità inquirenti le cariche universitarie gestivano l’ateneo come un’azienda privata, mentre la Juve “si era attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per accelerare il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all’università, tuttora in corso di approfondimento“.