L’ospedale di Nola in questi giorni è nuovamente al centro delle polemiche. Il nosocomio nolano, dopo essere stato “salvato” dal diventare Covid Center, è tornato al centro del dibattito politico. Dopo un intervento istituzionale congiunto tra sindaci e politici era stato comunicato che nell’imminenza ci sarebbe stata una riorganizzazione della struttura per permettere al pronto soccorso di accettare nuovamente tutti i codici e non solo quelli rossi. Nonostante le rassicurazioni, tuttavia, molti cittadini hanno segnalato che alle porte del pronto soccorso sono stati ricacciati indietro poichè la struttura accoglieva solo codici rossi. Intervenuto nuovamente nelle ore successive, il sindaco Minieri ha chiarito: “Stamattina, dopo una riunione a cui ho partecipato unitamente ai Sindaci Franco Barbato, Carmela De Stefano, Giuseppe Russo con la dott.ssa Daniela Schiavone (direttore sanitario dell’ ospedale) è stato redatto un verbale dal quali si evince chiaramente le intese avute in precedenza con i vertici sanitari, dopo le notizie comunicate al sindaco di Nola, contrastanti con il reale utilizzo dell’Ospedale. La Direzione Sanitaria ha assicurato che da domani, 26 novembre, alle ore 8, salvo imprevisti, il piano -1 dell’Ospedale sarà riservato al Pronto Soccorso ordinario per malati no Covid“.
La situazione dell’ospedale di Nola è ovviamente stata resa nota anche al di fuori dei confini del Nolano. Sulla questione, nelle ultime ore, è intervenuto anche il vicepresidente del Consiglio Comunale di Napoli, Fulvio Frezza. “Qualche settimana fa gli operatori sanitari dell’Ospedale Santa Maria della Pietà di Nola hanno inviato una lettera per la richiesta di elaborazione protocollo aziendale per la gestione dell’emergenza Covid 19. Al momento la risposta non è ancora arrivata. Con Più Europa, con il sottoscritto e l’interessamento della nostra attivista Anna Meo, ci facciamo portavoce della drammatica situazione“. Ha affermato Frezza, che poi ha continuato: “L’ospedale di Nola non è una struttura idonea alla cura delle malattie infettive, come, al contrario, il Cotugno di Napoli. Non sono presenti reparti esclusivamente riservati ai ricoveri di pazienti positivi al Covid-19; manca il personale e la struttura è priva di percorsi e mezzi riservati al coronavirus. La mancanza di una corretta gestione e organizzazione dell’emergenza sanitaria, che si ripresenta con numeri record a distanza di circa sei mesi dalla riapertura post lockdown, è causa di problemi rilevanti, primo fra tutti il sovraffollamento degli ospedali ormai in esubero“.
“Il nosocomio nolano – aggiunge Frezza – serve un bacino di circa 500mila persone e con l’emergenza Covid spesso rischia il collasso. Attualmente nell’ospedale sono ricoverati pazienti nello spazio Covid, dove a livello farmacologico non c’è alcun problema ma a livello alberghiero c’è un deficit strutturale evidente, tant’è che molti pazienti vengono sistemati sulle barelle – scrive Frezza – L’ospedale nolano dovrebbe infatti provvedere all’accoglienza, al primo soccorso e poi allo smistamento dei pazienti positivi gravi agli ospedali Covid attrezzati ma la realtà è completamente diversa. Nell’attesa di una soluzione repentina ed efficace per fronteggiare l’emergenza, a pagarne le conseguenze, ancora una volta, i pazienti. Sembra sia stata data disposizione di garantire assistenza nelle attuali condizioni in cui riversa il presidio ospedaliero unicamente ai codici rossi appartenenti alla rete IMA tempo dipendente e alle pazienti di P.S. ostetrico e alla pediatria. Segnalo questa situazione al presidente Vincenzo De Luca e il presidente della Commissione Sanità in Regione, l’onorevole Enzo Alaia – conclude Frezza – Così come per altre realtà campane, quella di Nola è una priorità assoluta“.